Regione, i fedelissimi di Galan "Tutto nella mani del presidente"
Nel Consiglio regionale non si è parlato d’altro che di spartizioni. Il popolo di Galan sconcertato, resta in attesa di un segnale da parte del presidente. Pochissimi i contatti pervenuti al sito ideato da Dario Bond, braccio destro del governatore uscente, che aveva fatto da bacino di raccolta per le firme a favore della ricandidatura di Galan
Giancarlo Galan
VENEZIA.
Il day after è il giorno dei commenti di circostanza e delle prime strategie riservate. Le partite vere, infatti, sono già cominciate e si stanno giocando nei campi più defilati della contrattazione. Ieri, nel Consiglio regionale convocato per approvare il Bilancio, non si parlava d’altro che di spartizioni. Altro che riorganizzare le truppe a sostegno del governatore uscente.
Gli unici flebili segnali in questo senso, arrivati in serata, davano il popolo di Galan - quello che qualche mese fa aveva abbozzato una rivolta al potere centrale - sconcertato, in attesa di un segnale da parte del presidente. Pochissimi invece i contatti pervenuti al sito ideato da Dario Bond che aveva fatto da bacino di raccolta per le firme. «Tutto è nelle mani del presidente - conferma Bond - e non possiamo fare altro che attendere le sue decisioni».
Intanto, in Regione, prende forma l’ipotesi di nominare due assessori del Pdl ogni uno della Lega. In una Giunta di 12 poltrone, quattro toccherebbero quindi al Carroccio e otto al Popolo dalla Libertà. In questo scenario, in corsa per abbinare la vicepresidenza ad un assessorato di peso, Renato Chisso, già braccio destro di Giancarlo Galan in Giunta. La sua posizione - si dice - dipende proprio dalla capacità di contrattazione che manterrà il governatore una volta uscito da palazzo Balbi.
Una bella prova di potere, resa ancor più intrigante dalla corsa concomitante per la stessa poltrona, di Remo Sernagiotto, sponsorizzato dal ministro Sacconi. «Non possiamo dirci felici - commentava ieri Sernagiotto senza troppi rimpianti - ma la vita è fatta così, di grandi vittorie e sconfitte. Un presidente della Lega non è un problema e se saremo bravi tra dieci anni ci riprenderemo la Regione».
Dal canto suo ieri il ministro del Welfare, si esibiva, voce solista, in un’uscita assolutamente estemporanea a favore di Galan: «Non c’è nessuna definitiva conclusione, aspettiamo. La cifra delle regionali in Veneto sarà quella della concorrenza tra Pdl e Lega. Una legittima competizione». In corsa per un assessorato di peso - verosimilmente alla sanità - anche Leonardo Padrin. Curiose le voci che girano nell’entourage leghista. Con il capogruppo Roberto Ciambetti ed il presidente del Consiglio Marino Finozzi - entrambi vicentini - in corsa per una poltrona in Giunta, il Carroccio starebbe cominciando ad esaurire gli individui schierabili.
Sembra infatti che, a questo punto, la Lega abbia più potere che uomini. Ragionamenti in corso anche sul fronte del listino, dove si sta sviluppando un’ipotesi di spartizione analoga a quella della Giunta. Anche in questo caso 12 persone in lista, con tre pidiellini e due leghisti nei primi cinque posti disponibili. Date per certe la presenza dell’ex capogruppo di An Piergiorgio Cortelazzo e le aspirazioni del veronese Tiziano Zigiotto - altro uomo di Galan - di inanellare, lui sì, un quarto mandato.
Così, mentre il Carroccio attende il consiglio nazionale di sabato per benedire un candidato finalmente scelto tra Zaia, Manzato e Tosi, il capogruppo della Lega non risparmia l’ultima staffilettata a Galan «Il nostro candidato - sostiene Roberto Ciambetti - consentirà al Veneto di essere guidato magari in maniera un po’ più presente rispetto agli ultimi anni».
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