Regola di Nebbiù, assemblea sul mulino

PIEVE DI CADORE. La Regola di Nebbiù intende acquistare il vecchio mulino sul torrente Rusecco. Lo scopo primario è quello di conservare la struttura, che attualmente è in una fase di degrado...

PIEVE DI CADORE. La Regola di Nebbiù intende acquistare il vecchio mulino sul torrente Rusecco. Lo scopo primario è quello di conservare la struttura, che attualmente è in una fase di degrado preoccupante.

Per concretizzare ed illustrare la portata e i motivi dell'acquisto, il presidente dell’associazione regoliera, Francesco Costella, ha convocato un’assemblea generale che si terrà domani nella sala della regola, con inizio alle 14,30.

L’assemblea è stata indetta su richiesta del regoliere Osvaldo De Lorenzo e di un gruppo di regolieri che intendono conoscere i particolari dell’operazione ed anche i motivi che hanno portato alla decisione di acquistare la vecchia struttura.

Il mulino per due terzi era di proprietà della famiglia di De Lorenzo ed ora è della famiglia Serafini mentre il terzo rimanente è della frazione di Nebbiù, che ha pagato una parte delle spese di edificazione della struttura, corrispondente a 5.270 lire dell’epoca. L’edificio, costituito da una segheria e da un mulino, è stato costruito nel 1894 sul progetto dell’ingegner Luigi Pante.

Solo pochi mesi prima, nel novembre del 1893, il consiglio comunale aveva approvato il contratto tra la frazione di Nebbiù e l’impresario Beniamino De Lorenzo per la costruzione di un mulino per la macinazione dei prodotti agricoli della popolazione e di una segheria per lavorare il legname proveniente dai boschi del paese. In precedenza l’impresario aveva ottenuto dalla frazione, che ne era proprietaria, anche la concessione dell’acqua da utilizzare come forza motrice e una parte del terreno necessario per costruire l’edificio e la strada di accesso alla struttura.

L’opificio è costituito, oltre che dall’edificio che ospita la segheria e il mulino, anche da una vasca di accumulo di acqua derivata dal torrente Rusecco, grazie alla quale la struttura era autonoma.

L’ordine del giorno dell’assemblea prevede innanzitutto la verifica della titolarità della proprietà del mulino, la valutazione del valore commerciale dell’opificio, l’urgenza dell’acquisto, quale maggioranza è necessaria per approvare l’operazione e, infine gli interventi dei regolieri. (v.d.)

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