Regole d’Ampezzo, niente quorum

CORTINA. Non c’è il quorum. Quando sono state contate le schede di voto per il primo punto dell’assemblea delle Regole d’Ampezzo, si è scoperto che mancavano quattro voti per arrivare al quorum: 396 votanti su 400 che dovevano essere.

E così il tentativo di modificare il laudo è fallito per la seconda volta, un primo tentativo era stato fatto nel 2005, frutto anch’esso di una lunga riflessione, senza esito comunque. Un risultato non inaspettato già all’inizio dell’assemblea a cui erano presenti circa 420 regolieri. Poi qualcuno se ne è andato, qualcun altro non ha votato e così alla fine il quorum di 400 è stato mancato. I promotori della revisione del Laudo avrebbero voluto ampliare la base dei regolieri che negli anni, a causa del calo demografico che colpisce la popolazione di Cortina, si sta riducendo.

Il nocciolo principale della revisione riguardava l'ampliamento dei soggetti che hanno il diritto di "consorte regoliere", vale a dire la partecipazione alla Comunanza delle donne e dei fioi de sotefamea a pieno titolo. Per le donne, però, valeva solo se queste fossero state portatrici del cognome della famiglia di origine. Un concetto che cambia il principio su cui si basa il Laudo attuale, quello del fuoco famigliare, che avrebbe lasciato posto ad un concetto di famiglia individuale. Un discorso che, affermavano i sostenitori della riforma, si adeguava ai tempi, dove il concetto di famiglia è cambiato rispetto al passato, poiché sono cambiati i modelli sociali ed economici, e le Regole, per garantire la sopravvivenza dell'istituzione, si dovevano adeguare.

Nei giorni scorsi abbiamo riportato su questo giornale anche l’opinione contraria di chi non voleva che il concetto di famiglia venisse soppiantato da quello di individuo. È probabilmente proprio questo ad aver diviso i regolieri cortinesi al punto che molti non si sono presentati a votare. Anche se senza lo spoglio non si sa quale scelta avrebbero fatto. (m.m)