Regole e associazioni scendono in campo per salvare l’ospedale

Tante adesioni (anche di cittadini) all’azione legale promossa dal sindaco Ciotti: «Solo uniti possiamo vincere»
Di Vittore Doro

PIEVE DI CADORE. Tutto il Cadore scende in campo al fianco di Maria Antonia Ciotti nella difesa dell’ospedale San Giovanni Paolo II di Pieve. Dopo la solidarietà da parte di svariati Comuni, il sindaco può contare anche su quella delle Regole e di numerosi cittadini.

Si allarga, dunque, la condivisione (anche economica) dell’iniziativa portata avanti del sindaco di Pieve di Cadore, che ha deciso di conferire l’incarico all’avvocato Rocco Bianco, chiamato a redigere un parere legale finalizzato alla tutela degli interessi delle popolazioni che usufruiscono dei servizi dell’ospedale di Pieve di Cadore.

«Nella fase di avvio della pratica», spiega il sindaco Ciotti, «ho scritto ai sindaci dei Comuni cadorini e del Comelico che utilizzano i servizi del nosocomio. La stessa cosa ho fatto con le Regole. Con mia grande soddisfazione, ho notato una grande condivisione per questa iniziativa anche da parte di privati e associazioni di vontariato».

A prescindere dalle risposte dei Comuni, i primi a essere presenti con un contributo consegnato nelle mani del sindaco Ciotti, sono stati i volontari del Gruppo di Sottocastello. Subito dopo sono arrivate le adesioni delle Regole di Pozzale e di Nebbiù ed è stato preannunciato l’arrivo del contributo di quella di Tai Vissà. «Ma ciò che mi ha fatto maggior piacere», sottolinea il sindaco del paese che fu di Tiziano, «è stato l’appoggio anche da parte delle Regole di Valle di San Pietro e di Santo Stefano. E sono certa che seguiranno questo esempio anche le altre associazioni del Comelico e della Valle del Boite».

Come detto, si sono mossi anche numerosi privati: «La loro condivisione a questa lotta per il futuro del Cadore», ha proseguito Ciotti, «non è solo importante sotto l’aspetto economico, ma soprattutto per ciò che rappresenta: finalmente cittadini, Regole, associazioni sportive e di volontariato e amministrazioni comunali si trovano unite nella battaglia per la salute dei cadorini: tutti convinti dell’importanza di avere i servizi ospedalieri vicini a casa. E, ben sa chi ha fatto altre iniziative simili, solo uniti si vince».

Per quanto riguarda i Comuni, «posso affermare con soddisfazione di avere ottenuto l’adesione a quanto sto facendo da parte delle mie colleghe, molto colpite dalla chiusura del punto nascite di Pieve: da Marianna Hofer, sindaco di Valle di Cadore ad Alessandra Buzzo di Santo Stefano, da Daniela Larese Filon di Auronzo a Elisabetta Casanova Borca di San Pietro, fino a Luciana Furlanis di Cibiana, tutte si sono impegnate a fare il possibile perché i servizi ospedalieri tornino ad essere di eccellenza, come lo erano un tempo».

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