Renato De Mari: «Mi ha salvato il gruppo di auto mutuo aiuto»
BELLUNO. Tutto è cominciato con qualche “gratta e vinci”. Poi le cifre giocate hanno iniziato a crescere, arrivando a perdere centinaia di euro a giornata. Renato De Mari, sessantaquattrenne di Mel,...
BELLUNO. Tutto è cominciato con qualche “gratta e vinci”. Poi le cifre giocate hanno iniziato a crescere, arrivando a perdere centinaia di euro a giornata.
Renato De Mari, sessantaquattrenne di Mel, ha avuto il coraggio di raccontare la sua storia. «Soffrivo di una dipendenza da alcol e credo che i due aspetti possano essere collegati», ha detto intervenendo al convegno. «Ho cominciato con il gioco d’azzardo quando sono andato in pensione, avendo più tempo libero e una certa disponibilità di denaro. Dai “gratta e vinci” sono passato alle slot machine. La ludopatia porta all’isolamento. La struttura delle sale da gioco è pensata per questo: luci soffuse, postazioni appartate, l’ebbrezza di vedere i rulli fermarsi sulla combinazione vincente e diventi tutt’uno con la macchina, perdendo la cognizione del tempo. Personalmente giocavo alla sera. E la notte non riuscivo a dormire, frustrato e pieno di rimorsi per i soldi persi».
La situazione è continuata finché la moglie di De Mari, accortasi del conto corrente esaurito, ha deciso di intervenire. «Ci siamo rivolti al gruppo di auto mutuo aiuto di Belluno (attivo insieme a quelli di Feltre e Auronzo e all’équipe delle dipendenze di Agordo,
ndr
) ed è stato quello che mi ha salvato», ha raccontato. «A tutti coloro che soffrono di ludopatia consiglio vivamente di rivolgersi al SerD. E di farsi aiutare dalla famiglia. Solo così si può uscirne. Bisogna reimparare a gestire il denaro e a comprenderne il valore. Per un anno mia moglie, su indicazione del Dipartimento dipendenze, mi ha messo a disposizione 20 euro a settimana».
Senza il supporto di una rete e senza un lavoro multidisciplinare, uscire dalle dipendenze da gioco è estremamente difficile, se non impossibile.
«Prima ancora del decreto Balduzzi, la collaborazione con i Club alcologici territoriali, che hanno accolto le persone affette da ludopatia, è stata indispensabile», ha evidenziato De Sandre. La ludopatia è anche connessa a un problema di legalità: «In Italia nel 2016 sono stati giocati 96 miliardi», hanno ricordato il prefetto, Francesco Esposito, e Marco Rossato, del Coordinamento Slotmob. «Questa cifra riguarda solo l’azzardo “legale”. Si stima che il sommerso possa aggirarsi tra i 20 e i 40 miliardi. Importi così elevati non possono che provocare tentativi di infiltrazione criminosa, fenomeni di corruzione, usura e appropriazione indebita».
(m.r.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Video