Reolon: «A Prade offro collaborazione»
«La contrapposizione non fa bene né alla città né al territorio»
Sergio Reolon
BELLUNO.
Amareggiato, ma pronto ad offrire (di nuovo) collaborazione.
Sergio Reolon risponde ad Antonio Prade sulla mostra del Tiziano, ma allarga la sua analisi a tutti i temi che metteranno di fronte d’ora in poi il Comune capoluogo e la Provincia.
I due principali palazzi del potere bellunese si affacciano sulla stessa piazza, ma a volte sembrano lontani chilometri. Questioni di colore politico? Di strategie? O di semplice stress?
«La situazione che si è creata attorno alla mostra del Tiziano, ma non solo, non fa bene al territorio bellunese - esordisce il presidente della Provincia - perchè mette in evidenza una mancanza di coesione dell’intero sistema istituzionale, accentuando gli elementi di debolezza».
Quando si tratta di dividersi, i bellunesi sono bravissimi. In questo caso perchè sta accadendo?
«Il sindaco Prade si è trovato in mezzo ad un fuoco incrociato, che proviene sia dalla minoranza in comune (e questo è naturale), ma anche dalla sua maggioranza, addirittura con maggiore intensità e forza. Questo è sintomatico dei tempi in cui viviamo, nei quali la politica non è in grado di gestire le situazioni e di avere una strategia. Ma qui viene fuori un problema che è soprattutto del sindaco Prade, bravo a vincere le elezioni ma non preparato a gestire la vittoria nel dopo elezioni. Non è una questione di mancanza di capacità ma di mancanza di formazione politica, di riflessione su cosa vuol dire vincere e poi gestire la cosa pubblica. E’ un lavoro estremamente complesso, difficile, a volte contradditorio. Non è come gestire un’azienda».
In consiglio comunale Prade ha detto che il Comune, nella vicenda Tiziano, è stato subordinato alla Provincia.
«Ha usato una parola emblematica, semplificando una situazione complessa e parlando di sudditanza. Ma le difficoltà che palesa il sindaco in questo momento non fanno bene nè a lui nè al territorio. Il sindaco deve poter governare, ritrovando serenità e tranquillità. Qualche tempo fa gli ho inviato una lettera il cui tema era quello della collaborazione, l’unica strada per governare la complessità dei temi e dei momenti in cui viviamo. Invito Prade a non sentirsi in competizione con me, con la Provincia, ma a passare ad una idea di collaborazione forte. La competizione non serve al Bellunese: ai bellunesi serve che le due cariche politiche e amministrative più importanti della provincia sappiano collaborare».
Dopo l’elezione di Prade, vi siete sicuramente incontrati.
«Certo, abbiamo parlato di Dolomitibus e anche di Tiziano. Abbiamo anche parlato delle modalità per instaurare dei rapporti tra le due istituzioni».
Qualcuno potrebbe pensare che la contrapposizione alla Provincia guardi più lontano, molto più lontano di una mostra. Ad esempio tra due anni ci sono le elezioni provinciali. La parola d’ordine potrebbe essere: attaccare Reolon sempre e comunque.
«Capisco che qualcuno possa pensarla così. Ma il sindaci lasci fare questi ragionamenti a chi li vuole fare, pensi al bene della città e del territorio. Non credo che giovino anche a lui due anni di tensioni, per cercare di indebolire me. Se fosse così, farebbe solo del male al Comune. A me non interessa vedere un sindaco di Belluno indebolito e sotto stress. Io ragiono nell’ottica dell’interesse comune».
Non è solo questione di trasporti, mostre e rifiuti, i temi più importanti che interessano Comune e Provincia. C’è in ballo l’autonomia. A Venezia si sta discutendo di statuto e ci sono due bozze diverse: una tende a dare l’autonomia al Bellunese attraverso la Provincia, una pensa di dare deleghe direttamente agli enti locali, Comuni e Comunità montane, lasciando da parte l’ente Provincia. Potrebbe esserci un divario tra l’autonomia come la intende Reolon e come la intende Prade?
«Questo è un tema fortissimo e molto importante. Il sindaco di Belluno ha detto sì al progetto per l’autonomia al tavolo con i parlamentari e i consiglieri regionali. Sia chiaro, la contrapposizione tra Provincia e Comuni non esiste nel Bellunese. E’ in Regione che se ne parla. La Provincia non intende fare quello che i Comuni possono fare: anzi io voglio aumentare le competenze dei Comuni. Chi vuole tagliare fuori la Provincia da questa partita, in realtà vuole mantenere un sistema in cui la Regione tiene il governo delle scelte e i cordoni della borsa. C’è un documento firmato dagli stati generali bellunesi convocati da De Bona; e c’è un disegno di legge (che mi vede come primo firmatario e come secondo il vescovo) che concretizza i contenuti del primo documento degli stati generali: tutto questo dimostra una volontà chiarissima espressa dal territorio. Chi cerca di creare una contrapposizione tra Comuni e Provincia fa il gioco della Regione e del suo centralismo».
Insomma, non ci sono motivi per litigare, tra Provincia e Comune di Belluno. Ci sono obiettivi da perseguire e un bel risultato, come la mostra del Tiziano, da gestire.
«Ci sono tutte le condizioni per superare una fase come questa, ritrovando la tranquillità e uscendo da una tensione che è comprensibile in Prade. Si è trovato impreparato a gestire la complessità della amministrazione pubblica e la sua maggioranza non lo sta aiutando. Ma io gli rinnovo l’invito alla collaborazione».
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