Reperti preromani spuntano dagli scavi al “Belvedere” di Feltre

Le soprintendenti Rigoni e Vallicelli hanno presentato i risultati dei sondaggi iniziati nel 2008 e completati a marzo

FELTRE. I reperti preromani di Feltre, di probabile datazione retica, sono venuti alla luce nella seconda tranche degli scavi al Belvedere. È un focolare l'ultimo tassello di un palinsesto archeologico che scava scava, dal 2008 a quindici giorni fa quando è terminato l'intervento della soprintendenza, si è fatto trovare, e resta in attesa di datazione certa. Ed è il primo gradino della scala “archeogenetica” di quel sito straordinario, che è il Belvedere. Il focolare preromano è a sud del perimetro quadrangolare che per la possanza delle mura interne e la probabile presenza di contrafforti all'esterno, fa pensare a una struttura difensiva altomedioevale.

Di tutto questo, ieri in una sala degli stemmi gremita, hanno parlato ieri le soprintendenti Marisa Rigoni che ha seguito gli scavi dal 2008, all'epoca in cui è venuta alla luce la struttura muraria tardoromana in occasione degli scavi per gli ascensori, e Maria Cristina Vallicelli, la collega che ha ripreso le fila del discorso rimasto interrotto per mancanza di finanziamenti e che ha potuto completare questa tranche nell'ultimo periodo. Le due professioniste che hanno emozionato il pubblico con la cronistoria di un’archeo-indagine dove non sono mancati i colpi di scena, hanno concordato sulla romanizzazione di Feltre documentata anche nelle grandi opere, come la presenza di condutture fognarie che scorrono parallele, quella di via Beccherie e quella parzialmente sacrificata, per il posizionamento degli ascensori, in area scavi di Belvedere.

Hanno concordato sulla conformazione di Feltre dove i terrazzamenti erano molto più estesi e occupavano buona parte del colle. E sul fatto che serva ancora del tempo per dare una datazione agli ultimi reperti, rinvenuti nel corso di questa ultima tranche, conclusasi da pochi giorni. «A questa prima puntata come nei film gialli, seguirà una seconda puntata», ha scherzato Marisa Rigoni la quale ha raccontato ai feltrini tutte le fasi di pulitura e di “discesa” del palinsesto archeologico, dal primo pavimento databile al 1700, venuto alla luce, alle tracce dell'incendio del Cinquecento, al ritrovamento di una moneta del XII secolo, fino allo scoprimento della struttura quadrangolare che resterà a vista, nell'ambito del progetto Feltria illustrato dal consigliere delegato alla cultura Alessandro Del Bianco.

È con la supervisione scientifica di Maria Cristina Vallicelli che è venuto alla luce il focolare protoromano. «Lasciare a vista i reperti, in un’ottica di sito museale, è un impegno per un comune, soprattutto dal punto di vista dei costi di manutenzione, quindi per la tutela futura del patrimonio. Ma in una prospettiva sempre più tecnologica e multimediale, i mezzi per far conoscere e per valorizzare i nostri beni, ci sono tutti». Lo ha spiegato Ilaria Concli, anima del Webmaster di Archeotrentino che ha mostrato i miracoli del multidimensionale, capaci di ricostruire un mondo sul dato oggettivo di antiche tracce che non sapevamo di calpestare.

Laura Milano

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