Resta l’emergenza idrica malgrado le precipitazioni

Il responsabile del servizio Idrologia dell’Arpav, Scussel sottolinea che la neve e la pioggia di queste settimane non bastano a scongiurare la siccità
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. È ancora emergenza idrica in provincia di Belluno, malgrado le precipitazioni di queste ultime settimane. Lo conferma il responsabile del servizio Idrologia dell'Arpav di Belluno, Renzo Scussel per il quale «le condizioni meteo di questi primi 15 giorni del mese hanno ridotto solo di un quarto la carenza di acqua. Se prima le riserve idriche erano sotto di ben 200 millimetri rispetto alla media, ora ne abbiamo recuperati 50. Inoltre, se da una parte le riserve di neve si sono incrementate in questi giorni, le temperature basse in quota frenano il deflusso dell'acqua. E quindi i livelli dei torrenti e dei fiumi non sono cresciuti molto. La siccità non è stata superata».

L'unico dato positivo che Scussel evidenzia è l'aumento dell'acqua nei laghi. «Il livello dei laghi è cresciuto ed è addirittura sopra la media del periodo, e questo come conseguenza della loro gestione. Se si tengono bassi gli afflussi, allora l'acqua cresce e questo si è evidenziato anche nel lago del Mis, che è sempre stato tra i più critici. Ora è arrivato, invece, ad un terzo del volume invasabile ed è tuttora in crescita. Da una stima approssimativa, abbiamo circa 200 milioni di metri cubi di acqua nei bacini di alimentazione dei laghi del Piave».

Il fatto di avere acqua di riserva è, infatti, importante soprattutto per l'estate. «Le riserve più importanti sono quelle che abbiamo sottoforma di neve. Quindi dovremo capire a metà aprile quanta neve c'è per conoscere se ci sarà disponibilità per l’estate e per l’agricoltura». A metà febbraio, però, l'indice di spessore della neve al suolo era inferiore di oltre il 40% rispetto alla media del periodo: negli ultimi 40 anni gli inverni con meno neve di questo sono stati il 2012, 2000, 1999, 1995, 1990 e 1989. «Il deficit di spessore della neve è dovuto alla mancanza di eventi nevosi dell'inizio inverno», dice Scussel, «da novembre alla metà di febbraio il deficit è di oltre il 50%. La prima metà del mese in corso, però, è risultata particolarmente nevosa con 30-50 centimetri in più di neve fresca, rispetto alla media».

Ma a parte la nota positiva dei laghi, restano ancora basse le sorgenti, «per cui bisogna continuare a risparmiare l'acqua». E benchè il volume dei serbatoi del Piave stiano crescendo, restano comunque al di sotto della media storica.

«Il regime di magra invernale ha risentito solo marginalmente delle precipitazioni di queste settimane, prevalentemente nevose tra l’altro», conclude il referente dell’Idrologia. «Sulle sezioni montane del Piave sono basse le portate dei torrenti Cordevole e Fiorentina i cui valori sono al di sotto della media rispettivamente del 40 e del 30%; il torrente Boite è un po' più in crescita, anche se è ancora sotto la media del periodo. Se il trend meteo continua così, possiamo prevedere alla fine di febbraio un valore di Wsi (Water Scarsity Index che misura la disponibilità idrica) superiore allo 0.31 attuale, e cioè il quarto peggiore rispetto agli ultimi 26 anni».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi