Restano sfitti gli alloggi destinati ai padri separati

Non ha avuto risultato il bando nonostante l’urgenza del problema sociale. La municipalizzata verificherà con il Comune cosa fare dei mini appartamenti



Restano sfitti i tre alloggi destinati ad accogliere padri separati da poco che hanno difficoltà a sbarcare il lunario.

Gli alloggi sono stati ricavati, con tanto di arredo, nella palazzina a fianco della casa di riposo Brandalise. Il bando per assegnare gli alloggi era stato pubblicato in aprile ma alla scadenza sono arrivate solo tre domande di cui due non compatibili con i requisiti per l’accesso e la terza presentata da una persona che però si è resa irreperibile all’Azienda feltrina servizi alla persona.

Ed è proprio il consiglio di amministrazione della municipalizzata, ora, ad interrogarsi sul futuro di quegli alloggi offerti per ampliare il ventaglio dei servizi comprendendo anche il target di uomini che restano soli e non hanno mezzi di sostentamento per vivere e insieme affrontare la delicata situazione della separazione e dell’affido congiunto dei figli.

Non ci si nasconde, dal consiglio di amministrazione, che se questa iniziativa dovesse rimanere “inevasa” andranno ripensati il modello e il nuovo target per l’assegnazione dei minialloggi.

Gli appartamenti sono stati ristrutturati e consegnati con gli arredi e tutto il resto, per un canone di affitto calmierato che infatti non supera gli ottanta euro mensili, al netto di spese sostenute individualmente.

Ma sulla eventuale riconversione per assegnare le case ad altri destinatari, che potrebbero anche essere giovani coppie con lavoro precario, l’azienda si confronterà con l’amministrazione comunale dopo l’estate.

Il progetto è di nicchia, si evidenzia dal cda, anche per l’innovatività dell’iniziativa che recepisce quella che si pensava fosse un’emergenza sottolineata più volte anche nelle sedute di consiglio comunale: quando la coppia si separa, solitamente nella casa di famiglia continuano ad abitare la madre con i figli.

I casi di padri senza risorse tali da poter vivere e insieme garantire l’assegno di mantenimento sono stati documentati in numero significativo. Troppi per non pensare a una soluzione, quantomeno temporanea (il contratto infatti ha validità per due anni al massimo).

Ed è ciò che ha fatto l’Azienda feltrina servizi alla persona quando ha liberato il piano superiore della palazzina e spostato la gran parte degli uffici nell’ex pretura, dividendo gli spazi per ricavare tre piccoli appartamenti.

Salvo ritrovarsi ora gli alloggi vuoti.

Ci sono naturalmente delle condizioni per poter usufruire dell’alloggio. Nei due anni di contratto, con il sostegno dei servizi dell’azienda, l’assegnatario deve dimostrare adattabilità e volontà nella ricerca di un equilibrio economico-abitativo autonomo.

Ci sono altri obblighi da rispettare, pena l’uscita dal miniappartamento. Fra questi non deve esserci morosità che non sia giustificata da validi motivi, la mancata presentazione mensile della documentazione che attesti il versamento del contributo di mantenimento per la famiglia e il fatto che non siano rispettate le modalità di accoglienza dei figli. Gli alloggi sono stati resi confortevoli e a “misura di bambino” anche per questo. —


 

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