Restano soli 18 presidi dovranno coprire 38 istituti scolastici

Entro l’estate andranno in pensione sei dirigenti Da settembre chi resta potrà occuparsi anche di tre sedi

belluno

Diciotto dirigenti per trentotto scuole. Sarà un anno molto difficile e complicato per la scuola bellunese quello che inizierà a settembre. Il problema è la cronica mancanza di presidi. Una carenza che si sta facendo sempre più grave e pesante e che non potrà essere risolta quest’anno, visto che il concorso nazionale è ancora in alto mare. Impossibile, quindi, riuscire ad avere i primi vincitori per settembre.



L’anno scolastico appena concluso ha visto in campo 24 presidi divisi su 38 scuole: il che significa che 14 dirigenti scolastici hanno dovuto occuparsi di due istituti contemporaneamente. Prima di settembre, poi, andranno in pensione altri sei dirigenti: Carmelo Correnti del Liceo Galilei-Tiziano, Paolo Fratte dell’Istituto Renier, Ferruccio Vascellari dell’Ipsaar Dolomieu di Longarone, Fulvio De Bon del Cpia di Belluno, Viviana Fusaro del Comprensivo di Feltre e dell’Istituto Superiore feltrino e Giuliano Cilione del Comprensivo di Pieve di Cadore.



Con l’uscita di queste figure la situazione si complica. «A questo punto i 18 presidi che restano dovranno gestire altrettante scuole, qualcuno dovrà prenderne un’altra in reggenza, mentre i più sfortunati saranno chiamati a coprirne una terza. Questo succederà, se non dovessero arrivare rinforzi da fuori provincia», sottolinea Michele Sardo, dirigente dell’Istituto Catullo e del Comprensivo di Mel e coordinatore dei presidi. «La carenza di presidi è un problema di tutto il Veneto, tanto che da settembre saranno oltre 200 le reggenze. Questo significa mettere in difficoltà le scuole, ritardando alcune procedure, visto che un preside deve dividersi tra più istituti», dice Sardo.

Tutto questo «per percepire un’indennità che non copre nemmeno tutto il lavoro che dobbiamo fare e in alcuni casi nemmeno la benzina per spostarsi da una scuola all’altra», spiega ancora il coordinatore. «Ma non possiamo tirarci indietro, perché le reggenze sono previste dal contratto collettivo di categoria».



A preoccupare i dirigenti scolastici è anche la difficoltà nel trovare i dirigenti amministrativi (Dsga). L’anno scorso erano quattro le scuole prive di questa figura: i Comprensivi di Lamon, di Forno di Zoldo, di Alleghe e di Feltre. «E questo mi allarma ancora di più perché per i dirigenti amministrativi non c’è alcun concorso in programma e questi funzionari sono sempre più rari», spiega Sardo. «Quindi, con l’assenza di dirigenti scolastici e la carenza di Dsga, la scuola è sempre più a rischio. Considerando anche le molteplici operazioni e incombenze burocratiche che gli istituti sono sempre più chiamati a portare a termine», conclude il dirigente scolastico. —



Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi