Restauri: la chiesa di Pieve di Cadore trasformata in un cantiere
PIEVE DI CADORE. «L’intervento sulla chiesa di Santa Maria Nascente sarà molto importante: il risultato dovrà garantire alla basilica almeno altri 200 anni di vita».
Lo ha affermato l’arcidiacono del Cadore, monsignor Diego Soravia, commentando i lavori all’interno dell’edificio.
«Per rendersi conto dell’importanza di questo intervento», ha aggiunto, «è sufficiente entrare in chiesa e guardarsi intorno: tutte le pareti sono coperte dalle impalcature fino al soffitto. Al centro c’è una gru mobile, dotata di un braccio telescopico, in grado di portare la navetta dove sono allocati i tecnici restauratori fino al soffitto e di raggiungere persino i rosoni per eliminare l’umidità penetrata dal tetto che li ha danneggiati e procedere così al loro restauro».
Don Diego è giustamente entusiasta di quanto sta vedendo realizzarsi nella sua chiesa, orgoglioso di poter pensare non solo al presente ma anche al futuro. Da lunedì 13 marzo, la chiesa arcidiaconale di Pieve è infatti chiusa a causa degli importanti lavori di restauro e di adeguamento dell’impianto elettrico, resi possibili grazie al dono di 750.000 euro da parte di un benefattore ignoto.
«L’inizio dei lavori da parte delle imprese è stato laborioso», ha proseguito l’arcidiacono, «perché per il solo montaggio delle impalcature ci sono volute due settimane. Ora i lavori sono iniziati e tutto sta procedendo come previsto».
Quali sono i tempi?
«Si prevede di terminare entro il 15 luglio. Nel frattempo, per quanto riguarda le funzioni, la messa feriale viene celebrata al santuario del Cristo, come anche le confessioni, mentre quelle del sabato pomeriggio, sempre alle 18.30, e della domenica alle 10.30 e alle 18.30 vengono celebrate nella sala del Cos-Mo, in borgata Arsenale. Rimane un problema da risolvere: quello dei funerali, che ovviamente dovremo fare in altre chiese. Per i defunti di Sottocastello e di Pozzale, il problema non esiste, mentre c’è per i defunti di Pieve, per i quali sarà necessario spostarli nella chiesa di San Tomaso a Pozzale; oppure, se i parenti saranno d’accordo, potrebbero essere celebrati nella chiesetta al cimitero di Pieve, nella quale sono sepolti anche gli arcidiaconi del Cadore».
Perché sono state scelte queste ditte?
«I lavori sono stati affidati all’impresa altoatesina Armin e Andreas Zingerle di Perca, specializzata in restauri, conosciuta anche per aver già lavorato in Cadore nella chiesa di San Biagio a Calalzo. Il motivo è semplice: l’intervento che stanno effettuando non è una semplice operazione conservativa, bensì una pulizia generalizzata che riporti la chiesa a com’era all’origine; quindi, al termine dei lavori, i muri saranno del tutto bianchi. L’operazione è simile a quella fatta a Calalzo e sui monumenti di Roma. Perciò un ritorno a quando l’edificio è stato costruito. Già adesso è possibile osservare la differenza dove l’azienda ha fatto i tasselli di sondaggio. Per la direzione dei lavori, è stato indicato l’architetto Armando De Min, che è anche il progettista del restauro. Per il rinnovo e l’ammodernamento dell’illuminazione, l’incarico è stato affidato alla "Elettrica Friulana" di Gradisca di Sedegliano (Udine).
Vittore Doro
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