«Resti in val Badia»: bufera su Enrico Ghezze

La risposta su Facebook a pesanti commenti su Cortina infiamma il web: «Ma la mia era solo una valutazione tecnica»

CORTINA. La chiusura della cabinovia di Staunies infiamma i social.

Inevitabile, nell'era del 2.0, che su Facebook si dibattano le notizie del giorno. Venerdì scorso, sulla pagina di Faloria Cortina, Enrico Ghezze (amministratore di “Cortina Cube”, la società che gestisce gli impianti di Faloria, Cristallo e Mietres), che amministra il profilo, aveva annunciato che da domenica la cabinovia di Staunies sarebbe stata chiusa.

Lunedì è poi arrivata la notizia dal Tar che ha respinto il ricorso di “Cortina Cube” e la chiusura dell'impianto di Staunies è stata resa definitiva.

La maggior parte degli utenti si è detta triste per la chiusura dell'unico impianto che porta a Forcella Staunies, al rifugio Guido Lorenzi (che da sabato cesserà l’attività) e a percorrere fantastiche vie ferrate come la Ivano Dibona, la Marino Bianchi, la René De Pol. Alcuni però hanno commentato la notizia in modo molto negativo, accusando la società di negligenze, sottolineando come Cortina si sia adagiata sui fasti olimpici e non si sia investito per evitare la chiusura. Ciò che ha stupito è stata però la risposta della Faloria ad un commentatore che ha lasciato una dozzina di suoi pensieri, anche infuocati, definendo Cortina luogo da “terzo mondo”. La Faloria, tra le varie risposte, scrive: «Cortesemente rimanga in Val Badia dato che evidentemente piace sciare in piano, facile, vincere facile»; e qui apriti cielo. In molti, non leggendo i commenti precedenti, hanno sottolineato l'inadeguatezza della risposta, definita infantile a dir poco.

«Innanzitutto mi meraviglio che un commento su Facebook faccia notizia», premette Ghezze, «comunque sì, l'ho scritto io. Ma era un commento tecnico. L'utente imbufalito, con il dente a dir poco avvelenato, aveva tra le tante cose scritto che gli piaceva sciare su piste poco pendenti. La Staunies, che parte dai 3 mila metri di quota, è invece la più verticale e adrenalinica di tutto il comprensorio del Dolomiti Superski. Quindi, se si vuole sciare su piste facili e poco pendenti, non si va di certo sulla Staunies: se ne trovano a bizzeffe in Val Badia. L'utente in questione ha anche chiamato in ufficio, ci ha detto che siamo degli incapaci ad aver fatto sì che la Staunies chiudesse. Purtroppo non aveva capito come stanno le cose. Noi avremmo dovuto chiudere nel 2011. Se siamo riusciti a tenere aperto l'impianto sino ad ora è stato perché abbiamo fatto investimenti, interventi e opere che ci hanno fatto ottenere le proroghe alla chiusura che era fissata al 2011. Sono anni che cerchiamo di farci cofinanziare un nuovo impianto e non molliamo. Continueremo a lavorare in tal senso. Su Facebook si fa presto a scrivere quello che passa per la mente ed è facile criticare da dietro una tastiera. Ho voluto rispondere in maniera, a mio modo di vedere tecnica, sulla pista; ma alcuni, saltando vari commenti, hanno frainteso».

L'impianto, che si trova a circa 3 mila metri di quota, alle pendici del monte Cristallo, era stato realizzato per le Olimpiadi del 1956, come riserva in caso di problemi di innevamento delle altre piste. L’ultima concessione quarantennale, del 1971, era scaduta nel 2011; da allora erano state richieste ed ottenute diverse proroghe. Negli anni Ottanta erano stati eseguiti dei lavori che avevano visto la nascita di una stazione intermedia. Dopo cinque proroghe ottenute, e molti lavori effettuati anche su cavi e tralicci, con notevoli investimenti economici, l'ultima è stata respinta.

Alessandra Segafreddo

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