Reti e barriere per salvare gli anfibi durante la migrazione stagionale

SEREN DEL GRAPPA. La migrazione degli anfibi sta per partire in località Molinello di Borgo Valbelluna e in altre zone della provincia come via Montegge a Seren o lungo la statale 51 che costeggia il lago di Santa Croce. Gli anfibi sono quelle specie di cui non molti si curano, perché non sono addomesticabili, alcuni non li ritengono belli e non se ne conosce l’utilità, nonostante siano un preziosissimo indicatore di biodiversità e di conservazione ambientale. I girini ad esempio tengono puliti i fiumi, gli individui adulti mangiano insetti come le zanzare e fungono a loro volta da preda per altri animali come rapaci o volpi.

Quando attraversano in massa le strade, restano schiacciati dalle auto. Questi sono solo alcuni dei motivi che spingono la cinquantina di volontari dei tre nuclei del Gruppo Anfibi Belluno a operare ogni giorno per un mese e mezzo, anche due a seconda del clima, (se c’è tanto vento ad esempio rospi e rane non si muovono) per salvare gli anfibi dallo schiacciamento durante la migrazione riproduttiva. La loro attività è ben coordinata ma l’impegno è sempre di più e sta nascendo la necessità di costituirsi in associazione, non soltanto per darsi una struttura, ma anche per vedere legittimata a tutti i livelli la propria attività. I Comuni hanno sempre dimostrato appoggio, per esempio Seren e Lentiai finanziano l’acquisto dell’attrezzatura come reti, barriere e materiale necessario (tra cui i guanti che proteggono gli animali dal calore umano). Ora si cerca anche un dialogo con la Provincia e soprattutto la Regione, come spiega l’ideatrice Michela Zatta: «Vorremmo che il buon dialogo con le amministrazioni arrivasse anche ad altri piani per studiare una soluzione definitiva», come potrebbe essere la costruzione di appositi rospodotti. «Sappiamo che è in corso una riorganizzazione delle guardie forestali, che non sono più preposte alla sorveglianza della fauna selvatica minore», un bel problema per il monitoraggio del fenomeno. Visto l’innalzamento delle temperature, gli spostamenti della popolazione anfibia sono prossimi alla partenza, infatti i volontari si stanno già mobilitando per installare le prime reti di contenimento. «Per noi il problema è legato anche alle laminazioni del lago», spiega Giuliana Mares, esperta di anfibi e membro del gruppo di Ponte attivo dal 2015, «perché il livello dell’acqua può influire sul buon esito della riproduzione».

Isabella Paganin opera nel gruppo di Lentiai-Molinello, partito nel 2017 con l’installazione delle prime barriere mobili, con il vantaggio che in quel punto esistono due sottopassi che però non vengono usati da tutti gli anfibi, soprattutto quando piove molto. Per questo «l’intervento dei volontari è sempre necessario per monitorare la migrazione». Al sindaco di Borgo Valbelluna Stefano Cesa il gruppo lentiaiese ha chiesto «100 metri di barriera in più perché l’abbiamo leggermente allungata in un punto, spostando le reti più a monte anche per garantire la nostra sicurezza». Gli interventi si svolgono con l’imbrunire, tra le 18 e le 22. «Andiamo sempre almeno in due per controllarci ed è un lavoro che ci riempie di soddisfazione». Tra i gruppi che collaborano ci sono anche gli Ecovolontari dell’Unione Montana Feltrina. —

F.V.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi