Reti e gabbie per catturare piccoli uccelli

Un arsedese scoperto in flagrante dagli agenti della Forestale e denunciato per esercizio abusivo della caccia
Di Roberto Curto

Piccole reti mimetizzate tra i filari delle viti oppure tra pali e alberi, o ancora delle gabbie o delle trappole particolari: erano questi i mezzi fuorilegge con i quali un arsedese di mezza età si dedicava all’attività abusiva di caccia in un periodo di divieto generale catturando pettirossi, passeri e più in generale l’avifauna che in quella zona transita massicciamente soprattutto quando iniziano le prime belle giornate primaverili. Ora è stato denunciato all’autorità giudiziaria dagli agenti del Comando stazione della Forestale di Fonzaso. Un’operazione portata avanti in collaborazione con i coleghi di Feltre e che va a chiudere – almeno per il momento – un’attività di indagine che si protraeva da diversi mesi.

La zona di Arsiè, infatti, si presta particolarmente a questa attività di bracconaggio in quando i piccoli volatili la frequentano assiduamente per spostarsi da una radura all’altra. Trappole e reti vengono posizionati in zone aperte, non boschive, sfruttando appigli naturali che rendono difficile l’individuazione. I forestali hanno intensificato i controlli nella zona, anche alla luce di un precedente episodio risalente a novembre dell’anno scorso, quando però non fu identificato il responsabile. Questa volta le indagini e gli appostamenti, questi ultimi eseguiti utilizzando anche strumentazione ottica ad alta definizione, hanno dato frutti e gli agenti hanno scoperto l’uomo di Arsiè mentre armeggiava con le trappole. Nei suoi confronti è scattata la denuncia penale alla quale si è aggiunta una sanzione amministrativa per altre piccole irregolarità rilevate dagli agenti.

Poche le attenuanti, visto che l’arsedese, è stato preso dagli agenti con le mani nella marmellata. Va sottolineato che l’uomo non ha una licenza di caccia e per catturare e uccidere gli uccellini utilizzava queste trappole. I forestali non possono essere certi che l’uomo individuato pochi giorni fa sia lo stesso che operava con analoghi metodi lo scorso autunno. In ogni caso, l’indagine conclusa con la denuncia del responsabile, dovrebbe esssere un valido deterrente per eventuali altri malintenzionati che volessero sfruttare il “passo” dell’avifauna nella stessa zona per catturarla con mezzi subdoli. Le reti e le gabbie utilizzate dall’uomo sono state sequestrate dai forestali e messe a disposizione dell’autorità giudiziaria. Dall’altro lato l’attività di prevenzione e contrasto al bracconaggio proseguirà con puntiglio.

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