Riabilitazione cardiologica, la Regione dà l'ok

A breve il reparto sarà operativo; ma tra i consiglieri veneti è ancora polemica
CORTINA. La giunta regionale ha dato l’autorizzazione all’attivazione della riabilitazione cardiologica al Codivilla-Putti di Cortina. Il via libera è venuto l’altro ieri. Con questa delibera, quindi, cade anche l’ultimo ostacolo per l’attivazione di un reparto che ha suscitato diverse critiche. E se la notizia è stata accolta dall’Usl n. 1 e dallo stesso amministratore della società che gestisce il nosocomio cortinese con entusiamo, dall’altro per l’ennesima volta la polemica non si è fatta attendere. I più accaniti i consiglieri regionali Dario Bond e Guido Trento che gridano allo scandalo.


«Si tratta», commentano la direzione strategica dell’Usl n. 1 e Miraglia, «di un valore aggiunto per la nostra provincia, ma non solo. Visto che i centri di riabilitazione cardiologica non sono molti, quello di Cortina potrà rispondere alle esigenze degli utenti di un’area più vasta rispetto alla sola provincia. L’attività potrà essere avviata in tempi rapidi». Infatti, già l’estate scorsa l’assessore regionale Flavio Tosi aveva provveduto all’inaugurazione del reparto che consta di 14 posti letto e il cui personale per la maggior parte è già dipendente della società. Ma dal coro entusiastico, si alza anche quello critico. «Con questa delibera si calpesta il parere espresso dalla V Commissione che prevedeva che l’attivazione del reparto di Cortina fosse subordinato al ripristino della reperibilità cardiologica a Pieve di Cadore», sbotta Dario Bond che aggiunge: «Presenterò un’interpellanza in cui chiederò all’assessore e al direttore Ruscitti che cosa ne hanno fatto di tutte le rassicurazioni fatte su Pieve di Cadore».


Parla di un provvedimento contro la legge veneta il consigliere Trento. «L’assessore Tosi ha preso in giro i cadorini disattendendo la programmazione regionale che istituisce la reperibilità cardiologica a Pieve nelle 24 ore. Permettendo che questa venisse sospesa, ha contravvenuto alla programmazione, andando quindi contro a una legge regionale. Sciverò a Galan perchè prenda provvedimenti».


«Questo atteggiamento», continua Trento, «porterà a un blocco dei ricoveri di acuti a Pieve di Cadore e a un declassamento della struttura. In questo modo la giunta veneta non ha certo agito nell’interesse della montagna».


Opionione diversa quella del consigliere leghista Gianpaolo Bottacin: «Le questioni del Codivilla e di Pieve di Cadore sono ben distinte. Sulla prima, in quanto pubblico-privato, interviene la Regione come lo stesso Tosi ha sempre detto, la seconda spetta all’Usl». E poi su Pieve dichiara: «Mi sembra che sulla telecardiologia sia stato sollevato un polverone che non ha motivo di esistere. Le schede sanitarie non sono state modificate, perchè si parla di sperimentazione e non di un provvedimento definitivo. Nei giorni scorsi, infatti, sono stati consegnati i risultati della sperimentazione. Per cui vedremo se funziona o meno anche perchè la reperibilità cardiologica non implica l’immediatezza dell’intervento, perchè il medico, in caso di emergenza, deve avere il tempo di arrivare all’ospedale. Ed è lo stesso tempo che ci impiega l’ambulanza per andare a Belluno. E poi ora c’è il volo notturno».

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