Riaperta la Carnica, ma il timore resta

Alle 9 in punto è scattato il senso unico alternato a Coltrondo. Si torna quasi alla normalità, con l’occhio vigile ai sensori
Di Francesco Dal Mas

SANTO STEFANO. Quasi storica la riapertura – ieri mattina alle 9 – della statale 32 carnica. Già alle 8.30 c’erano auto incolonnate, davanti ai semafori rossi, in attesa di transitare ai piedi della frana maledetta, quella di Coltrondo. Auto di residenti in uscita dal Comelico e di turisti, all’ingresso in valle. Alle 9, anzi qualche minuto prima, il semaforo verde: e scatta l’applauso. Il più fragoroso è quello del sindaco Alessandra Buzzo. Si uniscono gli uomini dell’Anas e i volontari della protezione civile. Vorrebbero farlo anche i carabinieri, ma il regolamento glielo vieta. La strada statale è ad una carreggiata. Lungo la striscia bianca di mezzo è installata la rete di protezione: deve contenere eventuali sassi, terra e fango che il versante rischia di eruttare in caso di bombe d’acqua.

Nei prossimi giorni sarà installata un’altra protezione, a ridosso della montagna.

Sul corpo della frana, infatti, il personale Anas continuerà a lavorare fino a Natale. Il senso unico alternato è regolato da due semafori; sul versante sono installati dei monitor che, in caso di movimento del sottosuolo, fanno scattare il rosso. In questo caso agli automobilisti è stata consigliata l’inversione a “U”; e, se l’interruzione perdurasse a lungo, verrebbe riaperta la strada di Bus de Val. Strada che ieri è stata chiusa. Luca Salti e i geologi che con lui collaborano ieri mattina sono ritornati in perlustrazione su Coltrondo, riscontrando che le fratture sono numerose, per cui ci potrebbero essere dei distacchi, più probabili in primavera, con lo scongelamento del terreno. La situazione è comunque da tenere sotto stretta vigilanza.

L’Anas, in ogni caso, ha già deciso di allungare la galleria paramassi di 100 metri, 70 da una parte e 30 dall’altra. Lo farà in primavera. Tempi lunghi, invece, per quella che ad oggi si presenta come la soluzione definitiva, il traforo di Coltrondo. Domani il sindaco Buzzo sarà a Roma, incontrerà l’Anas, nelle cui mani depositerà il dossier-Coltrondo, che comprende anzitutto lo studio predisposto ancora nel 2000 dall’ingegner Giulio Ghezze, piemontese, che ogni estate viene a villeggiare in Comelico, e che lo stesso professionista ha aggiornato di recente, sulla base delle ultime disposizioni in tema di gallerie. Buzzo preferisce non fare anticipazione sugli incontri romani, ma si dice fiduciosa. A Roma, fra l’altro, stanno già preparando il terreno sia l’onorevole Roger De Menech (Pd) e sia il suo collega Federico d’Incà (M5S), mentre il senatore Giovanni Piccoli (Fi) ha annunciato un emendamento salva-Comelico alla legge di stabilità. Da stamani i pullman Dolomitibus riprenderanno il servizio scolastico e per gli altri passeggeri secondo l’orario consueto, modificato il 7 novembre per la deviazione per passo Sant’Antonio.

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