Riaperto il sentiero natura: Val Falcina tirata a lucido

Di nuovo percorribile il sentiero natura. Completati i lavori di ripristino del percorso della Val Falcina, gravemente colpito dalla tempesta Vaia, è stata revocata con apposita ordinanza la chiusura, che aveva messo fuorigioco uno dei tratti panoramici più suggestivi di tutta la Valbelluna.
Se ne è occupato il Parco nazionale Dolomiti bellunesi, il quale ha cercato in tutti i modi di rendere accessibile sentiero prima del boom di presenze turistiche. «Il sentiero è accessibile», dicono dall’ente, «ma i danni causati dal maltempo sono ancora visibili e lungo l’itinerario rimangono presenti numerosi alberi abbattuti; per questo motivo si raccomanda sempre la massima attenzione e, come di consueto, ricordiamo di affrontare qualsiasi escursione in montagna con equipaggiamento adeguato, calzature adatte e sufficiente preparazione fisica, informandosi sempre sulle condizioni meteo prima di partire».
Quello della Val Falcina è uno dei sentieri natura presenti nel Parco e consente, con un percorso ad anello, di esplorare ambienti dal fascino selvaggio. I pannelli didattici collocati lungo il tracciato contengono informazioni geologiche, botaniche e faunistiche, rendendo così la passeggiata un’occasione di approfondimento.
Felice, e non potrebbe essere altrimenti, il sindaco di Sospirolo Mario De Bon. «Una soddisfazione, senza dubbio. Parliamo di un percorso alla portata di tutti e sempre molto frequentato. Aumentare l’offerta turistica, specie in questi mesi estivi, crediamo sia fondamentale».
De Bon ricorda poi quanto vissuto dal dopo Vaia e le enormi difficoltà incontrate. «A volte ci si dimentica la portata del disastro di fine ottobre. Nonostante la complessità burocratica italiana, rimettere in sesto ogni cosa ha richiesto e continuerà a richiedere un impegno notevole da parte di tutti i soggetti coinvolti. Tutte le aree del Parco sono soggette ai pareri della sovrintendenza, con i conseguenti tempi tecnici del caso».
Il sindaco sospirolese torna su una questione molto dibattuta nell’ultimo periodo e sul quale non ha mai lesinato critiche ai politici locali. «Devo fare un plauso al Parco e al nuovo commissario Ennio Vigne perché sta prendendo in mano vecchie e nuove questioni, dopo l’ultimo periodo senza direttore. Personalmente, continuo a dare colpe enormi a quella parte di politica locale che ha lasciato il Parco senza un gestore negli ultimi sette-otto mesi. Tralasciando la mancanza di un presidente da anni, una settimana prima di Vaia ci eravamo trovati con il sottosegretario all’ambiente Vannia Gava e i parlamentari Mirco Badole e Federico D’Incà, ai quali abbiamo proposto in un paio di settimane una rosa di candidati. Invece allora tutto si fermò per beghe politiche. Il problema era diventato se eleggere un rappresentante del centrodestra o del centrosinistra, anziché trovare una guida alla quale affidare la ripartenza dell’ente. Che però, piccolissimo particolare, nel frattempo, aveva avuto i disastri di Vaia da sistemare. Come Parco, di cui fino a marzo facevo parte del consiglio direttivo, siamo comunque andati avanti e anche Enel il suo l’ha fatto. Adesso intravediamo un futuro. Ma sono stati persi mesi preziosissimi in un contesto drammatico come il post Vaia». —
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