Riaperto il sentiero per il rifugio Bianchet
Il rifugio Bianchet è di nuovo raggiungibile per i tanti appassionati provenienti da ogni parte della provincia e non solo. In tempo per la stagione delle escursioni, il sentiero che parte dalla Regionale 203 Agordina, di proprietà dello Stato ma dato in concessione per sei anni al Cai, è stato riaperto dal personale del reparto carabinieri biodiversità di Belluno, che ha in consegna questi territori demaniali.
Dopo aver affrontato le emergenze degli alberi schiantati e posti di traverso sulle strade e sui sentieri che compongono un ricco mosaico all’interno dell’esteso territorio delle riserve naturali, il reparto biodiversità dei carabinieri si è prodigato per restituire agli appassionati la possibilità di raggiungere il rifugio Bianchet. In località Costa Pinei, solo qualche decina di metri sopra la strada, la tempesta di fine ottobre aveva provocato la caduta di qualche centinaio di metri cubi di legname di pino silvestre, carpino, frassino, abete rosso e larice. In gran parte il materiale è già stato portato alla riserva naturale del Vincheto di Celarda dove verrà segato e preparato per essere utilizzato nella preparazione di manufatti – come infissi, tavolame, tabellonistica varia – da impiegarsi sul territorio delle riserve gestite dal reparto biodiversità dei carabinieri, mentre in parte è stato ceduto come legna da ardere. Alcune decine di metri cubi, soprattutto di pino silvestre e qualche larice, sono ancora accatastati di lato al sentiero in attesa di essere asportati.
Al presidente del Cai di Belluno Sergio Chiappin, che ancora quest’inverno manifestava la sua preoccupazione per la presenza di una grande massa di alberi abbattuti che ostacolava il transito sul sentiero, il comandante del reparto, colonnello Gianfranco Munari, aveva dato assicurazione che il sentiero sarebbe stato riaperto in tempo per la stagione delle escursioni. Promessa mantenuta.
In precedenza, anche i tronchi schiantati lungo la regionale Agordina in località Candaten erano stati ceduti alla popolazione locale come legna da ardere. Per chi transita in quella località, quasi tutto è stato ripristinato. Resta solo qualche catasta limitrofa al bosco.
Rimane ancora molto da fare, invece, per la sistemazione dell’area turistica sempre di proprietà dello Stato ma in concessione al Parco delle Dolomiti nella quale, nel corso dell’inverno, gli operai del reparto biodiversità di Belluno, hanno asportato tutte le piante cadute e le ramaglie.
Guardando avanti, tanti altri sono i lavori programmati, come la riapertura della strada che dal fondovalle porta nelle zone di montagna nelle riserve naturali dello Stato Piani Eterni-Erera Brendol e alcuni tratti di altri sentieri nella Val Canzoi. E molti altri se ne aggiungeranno via via con l’avanzare della bella stagione. —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi