Riapre la 52 Carnica ma servono opere di messa in sicurezza
SANTO STEFANO. Non c'è davvero pace per il Comelico. Negli ultimi otto mesi tre gravi emergenze hanno comportato problemi notevoli: prima il blackout di Natale, poi l'emergenza neve di inizio febbraio, ora la "bomba d'acqua" che ha colpito San Pietro e Santo Stefano di Cadore. Per fare il punto della situazione si è svolto ieri un incontro a Villa Poli, sede municipale di S. Pietro, con la presenza dei sindaci del comprensorio, del presidente dell'Unione Montana, delle rappresentanze di Provincia, Regione, Protezione Civile, Anas, Prefettura e forze dell'ordine. Si è notata l'assenza di Bim Gsp che ha competenza in materia di servizio idrico e fognature, uno dei settori ove è più grave il disagio specialmente a San Pietro.
Dopo il saluto di Alessandra Buzzo e l'intervento del sindaco Elisabetta Casanova, il quadro dell'emergenza nei due comuni è stato illustrato da David Pomarè e Luca Salti, giovani professionisti che in questi giorni hanno collaborato strettamente con gli uffici tecnici comunali per fronteggiare l'emergenza nel modo migliore.
In sintesi le problematiche riscontrate - per le quali è anche in fase di elaborazione una stima finanziaria dei danni da condividere con le strutture provinciali e regionali - attengono a due diverse tipologie. La prima relativa alle grandi frane all'ingresso di Santo Stefano che minacciano il corso del Piave, la cui situazione è nota da tempo, ma non ha mai determinato azioni concrete per risolvere le criticità. Il secondo filone comprende invece tutta una serie di piccole frane, smottamenti, scivolamenti, in varie zone del Comune di S.Stefano e nelle frazioni di Mare, Costalta e a S. Pietro di Cadore. Nel primo caso le azioni potranno essere solo a lungo termine e limitate nella sostanza, mentre nel secondo vanno programmati gli interventi da eseguire a breve e medio termine al fine di risolvere le criticità. In questo senso potrà essere molto utile il primo stanziamento di 500.000 euro che la Regione ha messo a disposizione della Protezione civile. Tonellato ha illustrato le modalità e le finalità per l'utilizzo di questo primo stanziamento destinato a coprire le spese della prima emergenza, ma anche a programmare i successivi interventi per la messa in sicurezza delle zone più colpite. I sindaci hanno auspicato tempi brevi e semplificazione amministrativa per la fruizione di questi fondi, ribadendo anche l'urgenza di riportare all'attenzione delle competenti autorità la realizzazione della seconda galleria del Comelico. I presenti si sono soffermati sulla necessità di aumentare le risorse per la manutenzione ambientale. In particolare Toscani e De Menech hanno auspicato l'effettivo riparto e utilizzo dei fondi per i canoni idrici da destinare agli enti locali bellunesi per le opere più urgenti e necessarie.
Nel frattempo almeno una buona notizia in vista del grande movimento turistico dei giorni di Ferragosto. L'Anas ha comunicato che la strada statale 52 “Carnica” è stata riaperta al traffico dal km 80,750 al km 88,400 con l’istituzione del senso unico alternato esclusivamente dal km 86,120 al km 86,270, a seguito dello sgombero del piano viabile dal materiale franato e della messa in sicurezza del versante a valle della galleria paramassi al km 86,200, nel Comune di Santo Stefano. Il senso unico alternato rimarrà in vigore fino al completamento dell’intervento di messa in sicurezza dell’intero versante, inclusi i giorni festivi e prefestivi.
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