Ricci, indagini chiuse l’eredità resta sequestrata

Il Tribunale del Riesame respinge il ricorso dei legali di Guglielmo Ora si attende la richiesta di rinvio a giudizio per circonvenzione di incapace
Di Irene Aliprandi

BELLUNO. L’eredità Ricci resta sotto sequestro. Lo ha deciso nei giorni scorsi il Tribunale del Riesame di Venezia, che si è pronunciato sul ricorso presentato dai legali do Maurizio Guglielmo, Paolo Patelmo e Giorgio Gasperin.

L’eredità di Guido Ricci, scomparso a fine estate lasciando un patrimonio da 20 milioni di euro, è stata posta sotto sequestro cautelativo dalla procura della Repubblica di Belluno, in attesa che si chiarisca la posizione di Guglielmo. Pochi giorni dopo il sequestro, infatti, la procura ha chiuso l’inchiesta relativa al medico amico di Ricci, indagato per circonvenzione di incapace. La richiesta di rinvio a giudizio, considerata scontata dai legali di Guglielmo, dovrebbe arrivare nelle prossime settimane, quando verrà anche fissata la data dell’udienza preliminare, nella quale il gup deciderà se Maurizio Guglielmo dovrà essere processato per circonvenzione di incapace, cioè per aver convinto Ricci a nominarlo erede universale del patrimonio milionario.

Pare che a casa di Ricci siano stati ritrovati più testamenti, non uno soltanto e che in tutti i casi l’erede risulti essere il medico.

Il legali di Guglielmo hanno impugnato il sequestro dell’eredità, soprattutto allo scopo di conoscere gli atti di indagine emersi nell’ultimo periodo prima della chiusura delle indagini, atti che altrimenti non avrebbero potuto vedere fino all’udienza preliminare.

A quanto pare si tratta di un centinaio di pagine, che si aggiungono a quelle già note ai legali e nelle quali la procura ha raccolto ulteriori testimonianze di persone informate sui fatti come, ad esempio, l’amministratore di sostegno di Ricci nei suoi ultimi mesi di vita. Il Tribunale del Riesame ha rigettato il ricorso, come previsto dagli avvocati Patelmo e Gasperin, che ora aspettano la richiesta di rinvio a giudizio e si preparano ad affrontare il processo contro il loro assistito.

La tesi difensiva rimarrà quella sostenuta durante le indagini: non vi è stata nessuna circonvenzione di incapace, il testamento (o i testamenti) olografo che senza dubbio fu firmato dalla mano di Ricci, era espressione della volontà dell’anziano, pienamente consapevole di quanto stava facendo. Ricci avrebbe disposto di lasciare i suoi beni a Guglielmo perché il medico era un amico di famiglia di lunga data, si era sempre preso cura di Ricci provvedendo ai suoi bisogni nei periodi più difficili e quindi Ricci gli era grato.

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