Ricci, lavori in palestra Valbelluna basket sfrattato

Il presidente Tomas sbotta: «Sono stufo. Questi interventi vanno fatti in estate» Alla Provincia: «Al posto del Renier ci ha dato una struttura senza canestri»
Di Alessia Forzin

BELLUNO. In principio fu il caso Renier. Lavori in palestra, società sfrattata. Adesso la storia si ripete: stavolta alle Ricci. Non c’è pace per il Valbelluna basket. Le squadre under 13 e under 14 non potranno allenarsi questa settimana e neanche la prossima. Il Comune deve fare delle manutenzioni nella palestra delle scuole medie Ricci, e per due settimane la struttura non potrà essere utilizzata. «Ennesimo disagio subito dal Valbe», sbotta il presidente, Massimo Tomas, sui social network.

Stanco di sopportare in silenzio, stavolta Tomas si sfoga. «Già l’anno scorso (sportivo, ndr) avevamo avuto problemi simili, al Renier», ricorda. «Abbiamo dovuto lasciare la palestra in aprile, con i campionati ancora in corso e molte squadre ai playoff. Siamo diventati matti per riuscire a terminare la stagione». Il problema Renier, però, si è ripresentato quest’anno: «A settembre siamo andati in Provincia a chiedere quando sarebbero terminati i lavori, e l’assessore allo sport ci aveva assicurato che avremmo avuto la palestra per fine settembre. Peccato che il dirigente successivamente ci abbia comunicato che prima di gennaio non se ne parla. Nella palestra del Renier svolgiamo il 70 per cento delle ore degli allenamenti, per noi è stato un grosso disagio non poterla usare».

A quel punto il presidente del Valbe ha cercato spazi nei palazzetti e nelle strutture di Belluno, Sedico e Ponte nelle Alpi. «La Provincia in sostituzione del Renier ci ha affidato la palestra del Brustolon, che non ha i canestri», continua Tomas. «Il Comune, invece, ci ha dato la palestra delle Ricci, ma venerdì mattina mi è arrivata una mail con la quale mi si comunica che per due settimane la struttura non potrà essere utilizzata perché bisogna fare alcuni lavori di manutenzione. Già quella palestra non ha le dimensioni regolamentari per giocare a basket, ma ci alleniamo perché non ci sono altre strutture disponibili (come facciamo al Catullo, del resto). Adesso non la potremo usare per due settimane, e nessuno ci aveva detto dei lavori a settembre. Sono stufo».

Tomas pensa ai bambini, che non potranno allenarsi, alle loro famiglie «che pagano una quota annuale», alla società «che fa sacrifici per mandare avanti la stagione. Ci vuole rispetto, per tutti», sbotta di nuovo. «È mai possibile che quei lavori non si potessero fare in estate, quando la scuola è chiusa? Non possiamo fare allenamento all’aperto in questa stagione, e non ci è stata trovata un’alternativa per queste due settimane. I campionati sono iniziati tutti, come dovremmo affrontare le partite? Senza allenamento?».

Il disagio è evidente, e Tomas chiede di affrontare una volta per tutte una situazione che sta diventando insostenibile: «Stiamo crescendo come società, abbiamo aperto una collaborazione con l’Aquila Trento e avviato il progetto rosa, che ci ha portati ad avere 25 bambine che hanno iniziato a giocare a basket. Come numeri non siamo inferiori a nessun altro sport, visto che abbiamo 160 atleti e dieci squadre. Non siamo valigie, siamo persone, e siamo stanchi di subire questi disagi. Tanto più che le palestre non sono certo gratuite. Aggiungo: a Ponte e Sedico sul prezzo ci viene dato anche il servizio di pulizie, mentre a Belluno non è compreso e ci dobbiamo arrangiare».

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