Richieste da tutto il mondo per le reliquie di Luciani

Canale d’Agordo fa i conti con la devozione che in questi giorni è aumentata stanno arrivando molte prenotazioni per la visita al nuovo museo
CANALE D’AGORDO. Mail e telefonate da ogni parte del mondo al museo Papa Luciani, per chiedere reliquie del nuovo venerabile. Stanno arrivando in questi giorni dalle Filippine, dal Portogallo, dall’America Latina, dall’Inghilterra, dal Canada e perfino dall’Africa.


«Sono evidentemente i poveri di questo mondo che trovano in Papa Luciani il loro protettore», testimonia Loris Serafini, direttore del “Musal”, che ha ricevuto la posta elettronica e le chiamate, insieme alle altre collaboratrici del museo. Serafini ha trasferito le numerose richieste, espresse nelle lingue più diverse, alla Postulazione che, con ogni probabilità, incaricherà la diocesi di Belluno-Feltre di provvedere. «La devozione popolare nei confronti del nostro don Albino sta assumendo dimensioni davvero straordinarie», ammette il parroco di Canale d’Agordo, don Mariano Baldovin.


Una devozione – ricorda, dal canto suo, mons. Giorgio Lise, il primo vicepostulatore della diocesi di Belluno – che, per alcuni aspetti, è esplosa già da quel 29 settembre 1978, in cui Luciani è stato trovato morto. Il vescovo di Belluno-Feltre, mons. Maffeo Ducoli, capì immediatamente che, a tempo debito, si sarebbe dovuto avviare la causa di beatificazione. Alla fine degli anni ’80 e all’inizio degli anni ’90, in Brasile i vescovi raccolsero addirittura 200 mila firme, oggi depositate in curia a Belluno.


Con queste premesse, e soprattutto in considerazione del riconoscimento delle virtù cristiane, praticate in modo eroico da Luciani, «è ovvio attendersi la beatificazione in tempi molto rapidi – ha detto mons. Lise, rivolto ieri ai fedeli di Agordo -. Auspicabilmente entro il 2018. Preghiamo perché sia riconosciuto presto il miracolo tanto atteso».


Sembra che il più accreditato sia quello avvenuto Buenos Aires, di cui però non si conoscono i particolari. Nel duomo di Agordo c’è una statua che riproduce Luciani, che, tra l’altro, è stato in servizio pastorale proprio in questa parrocchia nei primi anni da prete. Lise ha fatto stampigliare una targa che ricorda l’8 novembre 2017, data in cui Papa Francesco ha firmato il decreto sulle virtù eroiche.


Una seconda targa fa memoria del 23 novembre 2003, quando in diocesi è stato avviato il processo di beatificazione. «Ho lasciato uno spazio per un’altra targa – anticipa Lise -, quella della beatificazione». Il 26 novembre, con ogni probabilità, si terrà a Canale d’Agordo una solenne concelebrazione per ringraziare per il nuovo traguardo della causa, per il riconoscimento del miracolo e per la conclusione del processo. Non è escluso che intervenga anche qualche ecclesiastico del Vaticano.


Intanto, la Fondazione Luciani e la direzione del museo continuano a ricevere, nonostante la parziale chiusura stagionale, prenotazioni di visite. Lo conferma Chiara Fontanive, incaricata dell’organizzazione. «Data la stagione stiamo ricevendo prenotazioni soprattutto dal Triveneto, ma quando apriremo stabilmente – nel ponte dell’Immacolata e nelle festività di Natale e di fine anno – si moltiplicheranno le richieste, da tutta Italia».


Il parroco di Canale, don Mariano, ha ieri manifestato l’entusiasmo della comunità nelle messe della domenica. I volumi all’ingresso della chiesa hanno ricevuto numerose altre testimonianze, alcune di particolare commozione. «Possiamo ben dire che la nostra gente è davvero contenta – conferma il sindaco Rinaldo De Rocco -. Non è vero che ci aspettavamo questo evento. L’avevamo messo in conto ma sapevamo che il processo di beatificazione sarebbe durato a lungo per la meticolosità con cui è stato gestito. Questa prima conclusione, pertanto, ci ha colto tutti di sorpresa». De Rocco non ha dubbi sul fatto che la sua gente, comunque, prega Luciani come fosse già un beato, anzi un santo, a cui, tra l’altro, chiede grazie importanti; lo testimonia il grande libro sistemato vicino alla statua d’ingresso della chiesa. Statua che, anche ieri, ha ricevuto fiori freschi, come capita spesso anche nella stagione cosiddetta “morta”.


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