Rientrate le unità cinofile della Finanza

I cani Vacor, Vacos e Grinta hanno operato ad Amatrice con i loro conduttori e il coordinatore

BELLUNO. Sono rientrate a Belluno ieri mattina da Amatrice le tre unità cinofile della Guardia di Ginanza con il loro coordinatore, l’istruttore Davide Buzzo. Il gruppo era partito all’indomani del sisma che ha messo in ginocchio diversi paesi del centro Italia. Restano invece a lavorare nelle frazioni di Summati e Cornillo e a Macerata i 12 vigili del fuoco partiti domenica da Belluno.

«Un’esperienza forse peggiore di quella dell’Aquila, dove eravamo andati nel 2009. Ad Amatrice, infatti, la zona rossa di maggiore devastazione era più piccola e l’effetto era ben più impattante. Non apparivano vie di fuga».

I due pastori tedeschi Vacor e Vacos e il border collie Grinta hanno lavorato senza mai risparmiarsi in questi cinque giorni. «È stata una prova difficile anche per loro, ma hanno lavorato molto bene, segno che l’addestramento a cui sono stati sottoposti è stato positivo», dice Buzzo. «Hanno scandagliato le rovine di decine e decine di edifici del centro di Amatrice anche nelle ore più calde e posso assicurare che per i cani è davvero dura agire con quelle temperature. Ma non si sono mai fermati. A turno hanno annusato tra le macerie per scoprire la presenza di corpi sepolti. Un’impresa non facile, perché sotto quelle case c’era di tutto e poteva essere facile confondersi tra gli odori di un gatto morto o un frigo con della carne. Ma i nostri Vacor, Vacos e Grinta hanno sempre individuato la presenza di persone; purtroppo per queste non c’era più niente da fare. Devo ammettere che sono stati molto utili gli addestramenti nel campo macerie di Belluno, istituito alla caserma Toigo dei vigili del fuoco, oltre a quelli di Caerano San Marco nella Marca».

L’attività delle unità cinofile partiva presto al mattino, intorno alle 7, per concludersi alle 21. «Da qui poi tornavamo a L’Aquila, dove eravamo alloggiati, per poi fare ritorno al mattino nei luoghi della distruzione», dice l’istruttore delle Fiamme gialle.

Ritmi impegnativi e stressanti, come richiede però l’intervento nell’emergenza. «Noi agivamo sotto il coordinamento dei vigili del fuoco, che ci indicavano quali cumuli di macerie scandagliare coi cani. I conduttori li lasciavano liberi e loro si aggiravano tra i resti di quello che solo qualche ora prima era una casa abitata da persone del cui destino nessuno sapeva nulla».

L’intervento dell’amico a quattro zampe durava circa 20- 25 minuti. Una volta individuata un’area per lui significativa, venivano portati in zona altri cani per cercare la conferma. Conferma che è sempre arrivata. Una volta terminato l’intervento, le unità cinofile venivano messe a riposo per un’ora: dopo aver bevuto ed essere stati ripuliti dalla polvere, si rimettevano al lavoro.

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