Riesumata la salma di Alberto Giacobbi
PIEVE DI CADORE. Vanno chiarite le circostanze della morte di Alberto Giacobbi, storico e già presidente dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano, scomparso il 9 maggio all’età di 76 anni. Giacobbi era entrato in ospedale per una lombosciatalgia, grave e dolorosa, ma mai fatale. Qualcuno all’ospedale di Pieve di Cadore deve essersi accorto che l’esito di quel ricovero non era normale, ipotizzando che le cure prestate all’intellettuale cadorino potrebbero aver causato la sua morte, e ha segnalato i sospetti alle forze dell’ordine.
La reazione della procura della Repubblica non si è fatta attendere e il 17 maggio i figli di Giacobbi sono stati avvertiti dell’apertura di un’inchiesta, in cui ci sarebbe già anche un nome iscritto sul registro degli indagati, quello di un medico dell’ospedale intitolato a Giovanni Paolo II. La notifica ufficiale dell’apertura delle indagini è arrivata alla famiglia di Giacobbi giovedì e ieri la salma dello storico è stata riesumata per “accertamenti tecnici non ripetibili”, cioè per l’autopsia che potrebbe chiarire le cause della morte.
La malattia di Giacobbi è iniziata il primo aprile, quando lo storico è rimasto bloccato da una lombosciatalgia. I figli lo hanno portato all’ospedale di Cortina, specializzato in questo ambito, ma dopo poche ore l’uomo è stato rispedito a casa, nonostante fosse in condizioni talmente gravi da richiedere l’intervento dei vigili del fuoco per superare le scale. Consapevoli che il padre aveva bisogno di una struttura adeguata per superare la crisi, i figli sono riusciti a trovare un posto per lui in ospedale a Pieve di Cadore, ma nel reparto di medicina, dove Giacobbi è entrato il 15 aprile, nell’attesa di trovare una struttura idonea, ma nessun centro specializzato sarebbe stato contattato dall’ospedale del Cadore. Nel frattempo i figli hanno visto il padre peggiorare di giorno in giorno e sempre più “lontano” per effetto dei potenti oppiacei somministrati come antidolorifici. Nonostante la preoccupazione fosse grande, soprattutto per i problemi di cuore di cui aveva sofferto Giacobbi, nessuno avrebbe mai pensato che sarebbe morto per un mal di schiena. Invece il 9 maggio lo storico se n’è andato e ora, attraverso l’autopsia, la procura sta cercando di capire se sono stati commessi errori clamorosi, come ad esempio la somministrazione di farmaci sbagliati.
In seguito alla notifica della procura, la famiglia Giacobbi si è affidata a un legale, l’avvocato Giulia Monerin, e aveva comunque intenzione di approfondire quanto è successo, ma è stata preceduta dall’azione di qualcun altro che forse, dall’interno, ha visto qualcosa.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi