Rifiuti, cassone più grande o passaggi più frequenti
Agordo. Il caso dei cumuli al centro anziani è in mano ai sindaci e alla Valpe nei prossimi giorni si deciderà, ma il problema si è presentato anche altrove
AGORDO. «Pronti a intensificare i passaggi o a mettere cassoni più grandi». Così dice Valpe Ambiente srl il giorno dopo la pubblicazione delle foto scattate mercoledì pomeriggio all’ingresso del centro anziani di Agordo. Foto che immortalavano la montagna di rifiuti proveniente dal Polifunzionale 1, 2 e dal reparto anziani inabili in via Dozza ad Agordo gestiti da Asca, l’Azienda speciale consortile agordina. Dopo aver riempito i pochi e piccoli cassonetti disponibili, i cartoni e i grandi sacchi neri hanno trovato posto nelle vicinanze dando vita a uno spettacolo indecoroso. Spettacolo che, stando alle testimonianze, e iniziato con l’avvio del nuovo sistema di raccolta differenziata, ma è cresciuto di intensità negli ultimi giorni. «Non rilascio dichiarazioni – dice Maria Chiara Santin – potrei dire qualcosa se si trattasse di un problema di assistenza, ma qui è una questione che riguarda i Comuni».
Comuni che si ritrovano su entrambi i fronti: quello di Asca in quanto sono coloro che formano l’azienda e quello di Valpe poiché l’Unione montana ne ha acquisito una parte. Per il presidente dell’Uma, Fabio Luchetta, la questione non è politica, ma gestionale. Per il sindaco di Agordo, Sisto Da Roit, è un problema che andrà risolto. «Mi riesce difficile pensare che il sistema di raccolta differenziata sia nato perfetto – dice – abbiamo già affrontato alcune criticità e lo faremo anche questa volta. Domani (oggi, ndr) c’è l’assemblea dei sindaci di Asca e avremo modo di parlare con l’amministratrice unica. So che Asca aveva contattato Valpe: vedremo se ci sarà la necessità di fare più passaggi o di ampliare i cassoni».
Secondo il direttore di Asca, Arrigo Boito, la soluzione ottimale sarebbe la seconda. «Abbiamo bisogno di un cassone scarrabile – dice – perché non possiamo riempirci di bidoncini. Il problema è dato dallo spazio: quello di Asca è insufficiente per collocare un cassone e per questo stiamo facendo dei ragionamenti anche con l’Ulss. Il fatto è che noi stiamo pagando un costo elevato per un servizio che attualmente non funziona. E le criticità non ci sono da oggi: avevamo capito subito che c’era qualcosa che non andava ed è da giugno, infatti, che se ne parla. Nell’ultima settimana abbiamo registrato la disponibilità di Valpe a trovare una soluzione che tolga un disagio che innanzitutto è nostro».
Da Valpe in effetti arriva disponibilità anche se ancora una certezza non c’è. «Oggi abbiamo fatto pulizia – dice Lara Francescutti, rappresentante dell’azienda – in passato avevamo già fatto dei sopralluoghi ed avevamo avuto dei contatti con Asca che ha sostituito l’Ulss e gestisce per la prima volta la Rsa. Adesso si tratta di fare delle valutazioni con i responsabili Asca e con i sindaci. Già ora stiamo facendo un passaggio a settimana per la raccolta del secco, mentre di base sarebbe una ogni due settimane. Se c’è bisogno, però, siamo pronti a intensificare i passaggi perché sappiamo che ci sono rifiuti sanitari speciali e pannoloni o a mettere un cassone grande al posto di quelli piccoli, come alla casa di soggiorno di Taibon, in accordo con l’ospedale per la gestione degli spazi».
Intanto il cassone scarrabile è stato richiesto pure dalla struttura per anziani di Livinallongo.
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