Rifiuti, Ponte nelle Alpi crolla in classifica ma è un errore di Legambiente
Il Comune, più volte vincitore dell’Oscar dei “Comuni ricicloni”, quest’anno si è trovato con sorpresa al 403° posto nella classifica generale
PONTE NELLE ALPI . Crollo in classifica, la spiegazione sta in un errore di Legambiente. Il Comune di Ponte nelle Alpi, per più di una volta vincitore dell’Oscar dei “Comuni ricicloni”, per l’edizione di quest’anno si è trovato con sorpresa al 403° posto nella classifica generale e al 19° di quella provinciale. Ma c’è una spiegazione: «Un palese errore di Legambiente nell’utilizzo dei dati comunicati dal Comune stesso per la partecipazione al concorso», spiega l’assessore all’ambiente, Ezio Orzes.
«Sono infatti stati imputati a Ponte nelle Alpi 5.121 abitanti al posto degli 8.340 residenti più gli abitanti equivalenti dati dalle presenze turistiche. Questo errore ha fatto schizzare la produzione pro capite di rifiuto secco indifferenziato, data dalla somma del secco residuo e dalla quota non recuperata dei rifiuti ingombranti, a 70,7 kg/anno/abitante. E questo al posto degli effettivi e reali 43,40 kg/anno/abitante».
Ecco spiegato il posto in classifica assegnato erroneamente al Comune. «Le graduatorie del concorso dei “Comuni Ricicloni” quest’anno sono state stilate in base alla più bassa produzione di rifiuto indifferenziato, senza tener conto della percentuale di raccolta differenziata», continua Orzes, «nella quale Ponte nelle Alpi (passato dall’83,7% all‘85,3%,
ndr
) risulta primo a livello provinciale e tra i primi posti in Italia nei comuni della stessa categoria».
Dal Comune fanno sapere che la Ponte Servizi srl, società che gestisce il ciclo dei rifiuti, ha già provveduto a segnalare ai responsabili di Legambiente l’errore, chiedendo chiarimenti al fine di ottenere il ricalcolo e la rettifica della classifica con una nota ufficiale. «Sarà nostra cura comunicare tempestivamente l’esito della richiesta, al fine di veder riconosciuto l’impegno e la serietà che i cittadini di Ponte nelle Alpi riservano alla differenziazione dei rifiuti», conclude Orzes.
(m.r.)
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