Rifiuti: «Una sola differenziata nel Bellunese»

Dolomiti ambiente punta sul biodigestore: «L'umido diventerà energia»
La visita del presidente Bottacin e dell’assessore Faoro al Maserot di Santa Giustina
La visita del presidente Bottacin e dell’assessore Faoro al Maserot di Santa Giustina
BELLUNO.
Un Ato bellunese e una gestione della raccolta unica per l'intera provincia. Sono questi i prossimi obiettivi di palazzo Piloni dopo il sopralluogo effettuato ieri mattina al Maserot di Santa Giustina, dove entro la fine dell'anno sarà attivato un biodigestore anaeorbico.

Si tratta di un "gioiellino" che dovrebbe fruttare circa un milione e mezzo di euro all'anno. E intanto arriva anche l'appello a differenziare meglio, soprattutto la frazione umida. E' di pochi giorni fa la rottura del miscelatore. Qualcuno aveva lasciato nel cassonetto dell'umido la sbarra di ferro di un trattore. Una "dimenticanza" costata a Dolomiti ambiente circa seimila euro.

Il "biodigestore".
Il nome è fantascientifico, ma il concetto è tutto sommato semplice. Nel biodigestore l'umido sarà trasformato in energia elettrica attraverso un generatore. L'energia sarà poi venduta all'Enel.

Il progetto è innovativo, ma soprattutto - questa la speranza - remunerativo. Una volta in funzione, l'impianto produrrà 650 kW/ora. Lo farà per ottomila ore. Ogni Kw sarà venduto all'Enel a 0,28 centesimi. Calcolatrice alla mano, fa un milione e mezzo di euro all'anno.

Cercasi umido.
Per entrare a regime, l'impianto - almeno all'inizio - dovrà guardare anche fuori provincia.

«Servono 1600 tonnellate di frazione umida. Il Bellunese ne produce solo 600 al mese», spiega Giuseppe De Biasi, presidente di Dolomiti ambiente. Insomma, per far partire l'impianto, bisognerà acquistare dell'umido da altre province.

Modello unico.
Ma c'è umido e umido. Per garantire un circolo virtuoso, infatti, serve un «rifiuto di qualità». Da qui l'appello a differenziare con più cura. «Al Maserot arriva troppo materiale anomalo. La raccolta va migliorata e si potrebbe fare molto meglio se in provincia non ci fossero diversi bacini ognuno con regole diverse».

Insomma, il problema non è solo dell'utente che spesso si sbaglia o conferisce non correttamente, ma anche della molteplicità di usi.

A sottolinearlo è anche l'assessore provinciale all'ambiente che accanto al presidente Bottacin ha visitato l'impianto: «Il nostro obiettivo è proprio quello di unificare la gestione della raccolta a livello provinciale», ha detto Ivano Faoro.

Nonostante questo, negli ultimi anni, si sono fatti innegabili passi in avanti: «Le percentuali di differenziata sono mediamente buone», ha continuato Faoro, che ha inoltre sottolineato come entro la metà del 2011 tutti i comuni della provincia saranno dotati di un modello di differenziata spinta.

Ma l'obiettivo della giunta è anche quello di arrivare a un Ato solo bellunese. «Stiamo ragionando con Venezia», ha rivelato Faoro.

Per Dolomiti ambiente occorre lavorare sulla separazione tra secco e umido. A ringraziare non sarà soltanto il biodigestore - definito da De Biasi come un «essere vivente» - ma anche i portafogli dei cittadini. Loro sì, sempre più "morenti".

«Altro che Napoli».
Ha parlato del senso civico dei bellunesi Gianpaolo Bottacin: «E pensare che in altre zone d'Italia, dove si buttano i sacchetti dai finestrini delle macchine, c'è gente che non vuole tenersi i suoi rifiuti», ha detto. «Questo dà la dimensione di come la coscienza civica non sia affatto un concetto scontato. Per questo ringrazio i bellunesi».

Ovviamente, eccetto quelli che non sanno distinguere un trattore da una buccia di banana.

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