Rifugio Galassi, stagione estiva a rischio

SAN VITO. Notevoli problemi per i rifugi nell’area di San Vito quando siamo ormai alla vigilia della stagione estiva. L’ordinanza comunale che vieta di salire al San Marco e, quindi, al Galassi, dopo la frana che ha gravemente danneggiato lo Scotter, resta puntualmente in vigore. Il sindaco Franco De Bon probabilmente concederà una deroga per i gestori del San Marco, in modo che possano provvedere ai rifornimenti sino alla loro teleferica, ma nulla più. In questi giorni è ancora vietato il transito a piedi, non è escluso che sia consentito per la stagione estiva.
IL CAI E' PREOCCUPATO
«Sarebbe un autentico dramma se il passaggio fosse interdetto», ammette Claudio Tramontini, del Cai di Mestre, che coordina l’autogestione fra i volontari del rifugio Galassi, «le conseguenze saranno già pesanti con il divieto alle navette di fare la spola tra San Vito e lo Scotter, che di solito porta la clientela di Cortina. Per gli escursionisti, ammesso che sia consentito il transito, ci sarà un’ora a piedi in più da scarpinare».
Il sentiero tra lo Scotter ed il Galassi non esiste nel tratto in cui attraversa il ghiaione, ma non è un problema ritracciarlo, come si fa quasi ogni anno. Ai fini della sicurezza sarebbe comunque importante la realizzazione di barriere paramassi; uno dei problemi è quello dell’impatto visivo, perché le protezioni insisterebbero su versanti ben visibili. Il Galassi è stato raggiunto nei giorni scorsi dal personale del Cai di Mestre, dall’altro versante, quello della Val d’Oten. «Ma, spiega Tramontini, «da Calalzo la Capanna degli alpini, dove solitamente si parcheggia, è ancora irraggiungibile». La strada è stata pesantemente martellata dalle precipitazioni della tempesta Vaia. Si arriva fino all’incrocio per il sentiero che sale al rifugio Chiggiato. «Poi si può proseguire, ma», fa sapere Tramontini, «solo con un fuoristrada attrezzato, perché bisogna percorrere il letto del corso d’acqua». Non è escluso, comunque, che per l’inizio della stagione dei rifugi la viabilità venga in qualche modo riaperta. Le raffiche di vento di fine ottobre hanno risparmiato i boschi della valle, perché molto stretta. E il sentiero che dalla Capanna degli Alpini s’arrampica fino al Galassi non ha subito danni. Il rifugio, nonostante le molte richieste di apertura anticipata, comincerà a funzionare dal penultimo fine settimana di giugno. «Lassù ho trovato, giorni fa, ancora un metro di neve; ma, per fortuna, non ci sono danni; tutto dovrebbe essere funzionante». In anni recenti il Cai aveva dovuto provvedere ad una nuova teleferica, dalla Val d’Oten, essendo stata distrutta quella precedente.
RIFUGIO VENEZIA ISOLATO
Dall’altra parte della Val Boite c’è il rifugio Venezia, uno dei più frequentati; si trova ai piedi del Pelmo. La pista forestale di maggiore acceso ha un’ordinanza di chiusura da parte del sindaco di Zoppè, Fausto Bortolot. Barbara Feltrin, la gestrice, a fine marzo è salita con gli sci per constatare le condizioni della struttura; la tempesta Vaia aveva strappato parte del tetto, poi coperto con un telo di nylon. «La strada da Zoppè è impraticabile ai mezzi di trasporto per una serie di frane che hanno divorato parti delle corsie. A piedi si può salire, ma bisogna prestare massima attenzione». A metà giugno il rifugio riaprirà, «in ogni caso», assicura Feltrin. La pista che sale da Borca presenta anch’essa dei problemi. Verrà riposta in sicurezza non appena si scioglierà la neve. Neve che ha coperto gli altri sentieri di accesso, a partire da quello per la forcella. «Il Cai è riuscito, in novembre, a riattivare il percorso verso malga Ciauta che ci ha dato modo in qualche modo di raggiungere il rifugio e coprire il tetto», conclude Barbara Feltrin, «i lavori di sistemazione cominceranno non appena il sole sarà stabile. Comunque due piani del rifugio sono operativi, solo la soffitta è out». –
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