Rifugio Ospitale, cambia la gestione A Verzi subentra Alberto Menardi
CORTINA
Sarà Alberto Menardi Milar, con la società “I Zinche” (i cinque) a gestire il ristorante rifugio Ospitale, di proprietà della Regola Alta di Lareto, che si era liberato dal 15 giugno dopo essere stato gestito per due anni da Marco Verzi.
Menardi fa parte di una famiglia di albergatori: assieme ai fratelli, gestisce l’hotel che porta il loro nome in località Maion e, con moglie e figlie, ha colto la palla al balzo per intraprendere questa nuova avventura, guardando verso una Cortina lanciata verso i grandi eventi.
«Quando Verzi ha mollato la gestione io ero ancora marigo della Regola Alta di Lareto. Gli sono andato incontro per quanto possibile, abbonandoli tre mesi di affitto per la chiusura a causa del Covid-19, e proponendo un 30% di sconto sull’affitto fino ad ottobre; ma, dopo la sua richiesta di poter rimanere a titolo gratuito fino a dicembre, non ho potuto accettare», spiega Menardi, «Verzi così ha deciso di mollare, e nel frattempo io sono decaduto dalla carica di Marigo. Il problema di trovare un nuovo gestore quindi era passato al marigo entrante Stefano Gaspari Mul. La decisione di prendere in gestione la struttura è avvenuta quasi per caso, durante una giornata in famiglia in baita: assieme ai miei familiari ci siamo detti: perché no? E così abbiamo fatto la domanda. Personalmente non l’avevo detto a nessuno, se non al marigo due giorni prima della decisione. Ho preferito fare così affinché l’assegnazione avvenisse in modo imparziale».
L’apertura è prevista per la metà di luglio, il tempo per i nuovi gestori di sistemarsi, soprattutto per quanto riguarda la parte burocratica, con un contratto di cinque anni più cinque. «Se fosse per noi apriremmo subito, ma devo ancora fare la partita Iva, dopo potremo sistemare la carte per l’apertura», spiega Menardi, «abbiamo costituito una società di cinque persone e sarà quella a gestire la struttura. Io personalmente mi dividerò tra l’albergo di famiglia e Ospitale».
«Ci piacerebbe che questo locale tornasse ad essere “ra ciasa de i Anpezane” (la casa degli ampezzani, ndr). Trovo che questo sia importante per i regolieri. In fondo questa è una casa delle Regole, e forse questa cosa era andata un po’ persa ultimamente» spiega la moglie di Menardi, Claudia Alverà, entusiasta di entrare in questa nuova avventura, «non vogliamo copiare da nessuno. Porteremo le nostre idee, senza pensare di emulare chi è stato qui prima di noi. Si punta su tutto: stagione e fuori stagione, cene di gruppi, come di coppia. Sarà una cucina semplice, fatta in casa, con un po’ di innovazione». —
marina menardi
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