Rilevata radioattività nell’atmosfera
Si tratta di Rutenio 106, un isotopo artificiale sicuramente rilasciato da un incidente che non è stato comunicato
BELLUNO. I laboratori di mezza Europa hanno alzato il livello di attenzione dopo il rilevamento di Rutenio 106 nel monitoraggio atmosferico quotidiano. L’isotopo radioattivo di origine artificiale è comparso lo scorso fine settimana e continua ad essere rilevato anche in questi giorni. A comunicarlo è l’Arpav, che a Belluno ha uno dei tre punti veneti di controllo della radioattività, inserito all’interno della rete nazionale Resorad.
Il livello di Rutenio 106 rilevato dalle apparecchiature è molto basso e in quantità che non destano preoccupazione per la salute, ma la sua presenza nell’aria è comunque anomala e non vi è alcun dubbio sul fatto che l’isotopo radioattivo si sia diffuso nell’atmosfera in seguito ad un incidente legato all’attività umana, visto che non esiste in natura.
Gli esperti, tuttavia, escludono che l’incidente sia avvenuto in una centrale nucleare, così come dall’esplosione di un ordigno bellico, perché in entrambi i casi verrebbe rilevata la presenza di altri radionuclidi artificiali tipici della fissione nucleare, mentre in questo caso vi è la presenza solo di Rutenio 106. Questo tipo di isotopo radioattivo viene utilizzato in radioterapia e quindi l’ipotesi attualmente più accreditata è che si sia verificato un incidente in uno stabilimento che produce questo specifico radionuclide a scopo sanitario.
Ma si tratta solo di ipotesi, visto che non è stato comunicato nessun evento di questo tipo e il lavoro degli scienziati, anche bellunesi, servirà ad identificare il responsabile della dispersione della radioattività nell’atmosfera.
Al momento la stessa sostanza è stata rilevata nel nord Italia (Veneto, Friuli e Lombardia), ma anche in Repubblica Ceca, Austria, Svezia, Polonia e Svizzera. Tutti i Paesi interessati si sono messi in comunicazione e gli esperti stanno raccogliendo tutti i dati relativi alla concentrazione del Rutenio nelle varie regioni e i dati atmosferici degli ultimi giorni, naturalmente allo scopo di individuare il punto di provenienza della sostanza e quindi il responsabile del suo rilascio in atmosfera.
A raccogliere i dati italiani dalle varie Arpa è l’Ispra (Istituto superiore di sanità) che ha diffuso un paio di comunicati nelle ultime ore, dove si fa cenno anche alla concentrazione della sostanza nell’atmosfera delle varie zone (si va dai 3 milliBq/m3 dei campioni di Milano ai 50 milliBq/m3 del Friuli). La radioattività dunque è più elevata nel Nord Est ma sarebbe già in calo a partire dalla rilevazione di ieri.
Il Rutenio – 106 è un radioisotopo con tempo di decadimento di 373,6 giorni, utilizzato soprattutto in medicina in forma di sorgenti sigillate per applicazioni di brachiterapia.
L’Ispra ha già informato il Dipartimento nazionale di Protezione civile e, in ambito internazionale la Iaea (International Atomic Energy Agency) dei valori anomali rilevati sul territorio nazionale e richiesto alla stessa informazioni in merito ad eventuali rilevamenti in altri paesi e alla localizzazione della possibile sorgente.
Sono in corso scambi di informazioni anche con l’Irsn (Institut de Radioprotection et de Sûreté Nucléaire) francese.
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