Rimane chiusa la strada tra Arabba e passo Pordoi

LIVINALLONGO. Rischio di nuove slavine troppo elevato, il tratto della regionale 48 “delle Dolomiti” compreso tra passo Pordoi e località Ponte Vauz resta chiusa al traffico. Quasi sei i chilometri...
Di Marco Ceci

LIVINALLONGO. Rischio di nuove slavine troppo elevato, il tratto della regionale 48 “delle Dolomiti” compreso tra passo Pordoi e località Ponte Vauz resta chiusa al traffico.

Quasi sei i chilometri di strada interdetti alla circolazione «perchè al momento non sussistono le condizioni per garantire una riapertura al traffico in sicurezza», ha spiegato Sandro D’Agostini, responsabile della direzione operativa di Belluno di Veneto Strade. «Le masse nevose sono troppo instabili e, per giunta, in quella zona la particolare conformazione dei pendii, molto ripidi, provoca distacchi improvvisi e l’arrivo della neve in strada è molto veloce. Per questo non è possibile nemmeno adottare i semafori con sensori che rilevano i movimenti della neve, come fatto a suo tempo nel tratto che porta al passo Campolongo o, attualmente, in località Livinè, tra Arabba e Pieve di Livinallongo. E il problema è che sul versante nord del Pordoi c’è ancora molta neve, più degli anni scorsi, anche se proprio tra aprile e maggio si è statisticamente registrato un picco dei distacchi in quella zona».

Resta massimo, dunque, l’allarme per nuove valanghe e a peggiorare la situazione sono le previsioni del centro valanghe di Arabba, che per i prossimi giorni prevede il mantenimento dell’allerta. «Al momento non è possibile azzardare una data di riapertura della strada tra Ponte Vauz e il Pordoi», conclude D’Agostini. «Bisognerà necessariamente attendere che le condizioni meteo siano favorevoli e, soprattutto, che il versante nord del Pordoi scarichi almeno una buona parte delle masse nevose ancora presenti».

Restano ancora soggette alla chiusura ivnernale, inoltre, le provinciali 22 “della Val Sesis” (Sappada) e la 33 di Sauris, anche se in quest’ultimo caso Veneto Strade ha anticipato i lavori per la riapertura in vista del passaggio del Giro d’Italia.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi