Rimborsi alle farmacie, il giudice condanna l’Usl al pagamento, ma l’azienda va in Appello
BELLUNO. L’Us 1 non molla e decide di presentare un ricorso in Appello. Continua la vicenda giudiziaria che vede da una parte l’Usl 1 e dall’altra Federfarma che ha chiesto la restituzione di somme a suo dire indebitamente calcolate con l'Iva con il decreto Abruzzo. Il ricorso è stato presentato nell’agosto scorso al tribunale di Belluno da alcuni titolari di farmacie e dall’associazione dei farmacisti. Tutto nasce perché nel 2009 il decreto legge 77/2009, chiamato anche “decreto Abruzzo”, all'indomani del terremoto, aveva previsto una trattenuta dell'1,4 per cento da calcolare sull'importo del farmaco al lordo delle eventuali quote di partecipazione alla spesa a carico dell'assistito e delle trattenute convenzionali e di legge. E tale trattenuta era effettuata in due rate annuali. Ma già c'era una trattenuta sui farmaci fatturati, in più i farmacisti avevano dovuto aggiungerci la tassa di Stato. «Come farmacisti, ci eravamo resi subito disponibili ad aiutare le popolazioni colpite dal terremoto con iniziative personali, dal 2009 al 2010 abbiamo devoluto l’1,4 % del fatturato globale delle singole farmacie. Un po’ troppo e così Federfarma ha fatto ricorso per chiedere la restituzione di questi importi che vanno, per le attività all’interno dell’Usl 1, da poche decine di euro a qualche centinaio. Federfarma ha così trascinato in tribunale l’azienda sanitaria e il giudice monocratico ha condannato l’Usl 1 a restituire le somme richieste dai titolari di farmacia oltre agli interessi legali e alle spese di lite. Ma l’Usl non ci sta e ha quindi ricorso in Appello.
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