Rimossi quattro dirigenti delle Poste

Si allarga in tutto il Veneto l’inchiesta sui tempi di recapito truccati, l’azienda interviene
Un centro per lo smistamento della posta
Un centro per lo smistamento della posta

TREVISO Lo scandalo “lettere civetta”, alle Poste, si allarga. A macchia d’olio, in tutto il Veneto e anche a Nordest, l’inchiesta interna dell’azienda sta mietendo altre (e alte) vittime, a cominciare dai vertici stessi del compartimento Nordest: tutti accusati di avere agevolato, nella filiera della distribuzione, le lettere civetta, le missive campione utilizzate dalla società esterna di controllo (fra 2013 e 2014 la Izi srl ) per monitorare tempi di consegna e qualità del servizio. Di qui il trucco, perché i tempi, nei report di qualità, risultavano eccellenti (1 giorno di consegna, massimo 2, solo in alcuni casi 3), ma non corrispondevano al vero. E ai parametri del servizio erano legati fra l’altro anche i premi e i benefit di produttività concessi ai dirigenti in base all’efficienza del servizio.

Le rimozioni. Tre alti dirigenti veneti del settore recapiti di Poste sono stati licenziati, – tecnicamente sospesi a tempo indeterminato – dall’azienda, come Antonio Girardi, caporea del settore recapiti a Nordest, vicino alla pensione. E un quarto, si dice, è a forte rischio di analogo provvedimento. E già si parla, nel Veneto, di altre sospensioni cautelative, come quella che ha colpito il responsabile recapiti di Treviso e Belluno, Paolo Tronchin, i invitato a presentare la memoria difensiva. Altri quadri del suo livello rischiano il licenziamento.

Decine di contestazioni. E ancora, sarebbero giunte a destinazione decine e decine di contestazioni, più o meno rilevanti, a funzionari e impiegati. In questo caso, avendo un altro contratto vigente rispetto ai dirigenti, con possibilità di sanzioni meno rilevanti e drastiche. Quanti i dipendenti di Poste coinvolti? Il muro di riserbo eretto dall’azienda è impenetrabile. Ma c’è chi mette in luce la linea dura dettata da Poste, su input del nuovo ad Francesco Caio, e l’ampiezza dei livelli gerarchici toccati e il numero dei servizi nel mirino: e stima che alla fine, in Veneto, i provvedimenti disciplinari, dai licenziamenti alle contestazioni, potrebbero oscillare fra i 40 e i 50. Di questi, una decina a Trevio e provincia. Tre dipendenti si sarebbero già rivolti al sindacato per farsi assistere. In Poste, ieri, clima pesantissimo, sia nelle direzioni provinciali che ai piani alti del compartimento del Nordest, ma anche in tutti i centri meccanizzati della distribuzione. C’è poi un ramo recapiti a Verona, che gestisce il servizio per le province di Trento e Bolzano. Il quadro che si presenta – sarà più chiaro nei prossimi giorni – è quello di una decapitazione dei vertici del settore recapiti a Nordest, ma anche di un pugno di ferro avviato sia su chi gestiva la filiera della distribuzione, sia su chi era addetto al controllo della qualità.

I quadri intermedi. Ma a tremare sono anche i livelli intermedi, dai responsabili territoriali (come Tronchin, numero uno per le province di Treviso e Belluno) e i referenti di alcuni servizi correlati, in primis il servizio controllo Qualità. Il più strettamente collegato alla vicenda, anche dal punto di vista contrattuale. Ieri Tronchin, da noi raggiunto, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Una cosa è certa: nessuno si attendeva un simile «repulisti» e provvedimenti così drastici. Ma lo scandalo tocca la prima “mission” di Poste, il recapito della corrispondenza, che – nonostante la diversificazione dei servizi e l’avvio dei numerosi servizi in campo finanziario, e commerciale – resta il “core business” per cittadini e aziende, anche in tempi di mail. Cosa muove l’ad Caio? Sin dal suo arrivo al timone di Poste, secondo i bene informati, ha guardato al rinnovo del contratto con Agcom. E ha voluto un «audit» per verificare lo standard del servizio e la sua congruenza con i parametri reali. Una ricalibratura in termini più realistici abbassa del resto anche gli obiettivi futuri. D’altro canto, la linea dura è stata adottata per far capire come correttezza e trasparenza, nella nuova gestione, siano «riferimenti quotidiani di servizio».

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