I rincari lungo l’autostrada, A27 sempre più cara e scatta la protesta
Lavori continui, i cantieri fanno viaggiare su una sola corsia: «Si faccia un piano per ridurre l’impatto sulla comunità»
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Servono 9,20 euro per arrivare alla barriera di Venezia Mestre, partendo da Belluno. Il 2025 inizia male per gli automobilisti: i pedaggi delle autostrade gestite da Aspi (Autostrade per l’Italia) sono aumentati dell’1,8%. Costerà di più muoversi dalla montagna alla pianura e viceversa.
Ma a far scattare la protesta nella provincia più a nord del Veneto è soprattutto la situazione della A27: cantieri perenni e salti di corsia costringono i conducenti a viaggiare a doppio senso per lunghi tratti, almeno fino a Vittorio Veneto. Se si trova davanti un camion, non si superano i 70 km/h. Come su una qualunque strada extraurbana, che però è gratuita.
Le proteste
«9,20 euro di pedaggio sulla A27 Belluno - Barriera Mestre con la media di 5 cantieri invisibili e altrettanti cambi di corsia perenni, tre tutor nuovi di zecca», scrive sui social l’assessore Fraco Roccon. «Un’autostrada da primato!». Come lui, sono in molti a evidenziare i disagi causati dai cantieri.
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I lavori vanno fatti, la sicurezza è prioritaria. Ma gli utenti si chiedono perché i cantieri durino da anni senza essere ancora conclusi. «Le gallerie a quest’ora dovrebbero essere rivestite in foglia oro e l’asfalto in pregiato marmo ruvido con guardrail in platino», ironizza Walter. «Non male per una mulattiera a una corsia. Hai anche il corso di slalom tra i birilli incluso», aggiunge Piero. «In quei 9,20 euro sono compresi anche un panino e caffè all’autogrill?», chiede sarcastica Paola.
I commenti sottolineano una frustrazione crescente, e i bellunesi, stanchi di pagare di più per un’autostrada dove spesso si viaggia su una sola corsia, sono passati dalle parole ai fatti.
La petizione: stop al pedaggio
Si intitola «Stop al pedaggio sull’A27 durante i cantieri: una richiesta di giustizia per i bellunesi» la petizione lanciata su change.org.
“Da anni noi bellunesi siamo costretti a convivere con infiniti cantieri sull’A27, con salti di corsia, carreggiate ridotte e disagi quotidiani”, si legge nel testo. “Nonostante il servizio limitato, il pedaggio resta invariato, un costo ingiusto per una viabilità compromessa. Da quanto tempo aspettiamo? I lavori sembrano non finire mai, con tempi di completamento indefiniti e una gestione che lascia spazio a mille domande. Nel frattempo, noi utenti paghiamo per un’autostrada che funziona a metà”.
Le richieste sono chiare: “Esenzione del pedaggio nei tratti interessati dai cantieri; maggiore trasparenza sui tempi e le modalità dei lavori; un piano concreto per ridurre l’impatto sulla comunità”. La petizione conclude con un appello: “Un’autostrada efficiente non è un lusso, ma un diritto”. Le firme stanno già arrivando e la petizione si sta diffondendo sui social.
Artigiani e industriali in rivolta
Anche il comparto lavorativo della provincia si unisce alle proteste. «Un nuovo aumento dei pedaggi a fronte di continui disservizi, con cantieri perenni e continui restringimenti di carreggiata», afferma Vittorio Zollet, delegato alle Infrastrutture di Confindustria Belluno Dolomiti.
«Non giovano sicuramente alla montagna i rincari che Autostrade per l’Italia ha annunciato per la A27: si parla tanto di lotta allo spopolamento delle terre alte, ma con i rincari dei pedaggi autostradali certo non si favoriscono gli spostamenti verso la montagna, non solo per i turisti, ma anche per chi viaggia per lavoro», aggiunge Claudia Scarzanella, presidente di Confartigianato Belluno.
«È paradossale che si apportino rincari in un tratto dell’A27 in continua manutenzione, con rallentamenti per l’utenza: disservizi e aumenti», conclude. «Se le forme di lavoro flessibile come lo smartworking favoriscono il vivere in montagna, non deve diventare un lusso».
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