Rincari in bolletta: cresce la protesta

Sedico. Anche i privati si sono ritrovati con aumenti di tariffe, come gli imprenditori. Al Fidelis 2800 euro per sei mesi
Di Alessia Forzin

SEDICO. Hanno aperto la busta, letto gli importi e sono andati dritti all’ecosportello. Gli imprenditori di Sedico stanno ricevendo in questi giorni le fatture della Tari per il primo semestre, e i rincari sfiorano il 30 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un terzo in più. Da quest’anno alla tariffa dei rifiuti viene applicata l’Iva, quindi un 10 per cento in più è spiegabile, ma gli aumenti sono più elevati. I titolari delle attività stanno protestando e chiedendo spiegazioni negli uffici di Valpe.

Al Fidelis, il self service in via Belluno, è arrivata una fattura di 2.793 euro. L’anno scorso l’attività aveva pagato 3.121 euro per l’intero anno. Alla ditta Liquori Frescura nel 2015 la Tari era costata 547 euro. La fattura del primo semestre 2016 è di 354,34 euro, con un imponibile di 308,12. Cifra comunque più alta di quella pagata nel primo semestre 2015 (274 euro).

«A me la fattura è arrivata venerdì e sabato sono andato a contestarla», racconta il titolare, Massimo Pellizzaroli. «Ho un aumento del 29,56% che mi devono spiegare. Il conteggio avrebbe dovuto essere fatto con gli stessi parametri dell’anno scorso, per il primo semestre. Allora come mai questi importi?».

Pellizzaroli ha sempre contestato la scelta fatta dall’amministrazione. «Sono favorevole alla raccolta differenziata, se viene fatta con criterio e intelligenza», premette, «ma i costi devono essere chiari. E non lo sono mai stati. In una riunione fatta qualche mese fa, il vicesindaco di Treviso (Comune in cui la raccolta rifiuti è gestita da Contarina, ndr) era venuto a dirci che tutto funzionava bene da loro. Peccato che a Treviso le bollette siano aumentate, e di parecchio, sia per le imprese che per i privati, perché i costi altrimenti non sarebbero sostenibili. Lo avevo detto durante l’assemblea di Longano che i costi sarebbero saliti. Adesso abbiamo la prova che siamo di fronte ad una cosa che non può funzionare».

Pellizzaroli non nasconde il suo disappunto. «In Comune gli assessori non hanno mai saputo dirmi le tariffe del servizio. Nessuno ha idea di quello che sta succedendo e che succederà. Fino all’anno scorso ci chiedevano di pagare la Tari in due rate, a settembre e entro marzo dell’anno successivo. Adesso arriva una fattura a metà luglio con scadenza a fine mese. Senza contare che a febbraio ho inviato un campione di cartoncino filtrante, per sapere dove buttarlo una volta utilizzato. Hanno detto che devono fare le analisi. Sto ancora aspettando. Sabato mattina c’era una signora nell’ufficio di Valpe. Ha ricevuto la fattura per l’appartamento della madre, morta da tre anni, e per un’abitazione nella quale non ci sono più utenze attive».

Un’altra attività de La Stanga ha ricevuto una fattura rincarata di 300 euro. È andata peggio al self service Fidelis. 2.793 euro, da pagare entro il 28 luglio. «L’anno scorso ho pagato 3.121 euro per l’intero anno, mi sarei aspettato la metà (più Iva) per questo primo semestre. Così ci avevano detto. In pratica ho avuto un aumento a metro quadro di un euro e 39 centesimi». La titolare, Erika Visonà, è andata a chiedere spiegazioni alla società. «Hanno detto che non è cambiato nulla nel conteggio, rispetto allo scorso anno. Ma io ho 1200 euro in più da pagare. Cosa devo fare, pagare oltre cinquemila euro per i rifiuti?».

Al Fidelis Valpe raccoglie solo secco e umido. «Se avessi voluto smaltire anche plastica, vetro, lattine e carta, avrei dovuto arrangiarmi, essendo una ditta, andare all’ecocentro e pagare circa 300 euro per accedervi. Con una ditta privata, che viene a prendere i rifiuti direttamente al locale, ne spendo 200», conclude la titolare. Intenzionata a vederci chiaro: «O si sistemano questi conti o non ho intenzione di pagare la fattura», chiude.

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