Rinforzi dalle sezioni Cai della pianura per la sistemazione dei sentieri montani

Sergio Chiappin del club di Belluno: «Situazione critica in vari punti, bisogna rendere sicuro il passaggio degli escursionisti»

La forza dell’unione e del volontariato porterà rinforzi importanti dalla pianura per aiutare il Cai bellunese nella sistemazione dei sentieri in vista della stagione primaverile ed estiva. Nel frattempo si cercano soluzioni per ripristinare la teleferica del Settimo alpini distrutta a fine ottobre.

A pochi giorni dall’assemblea generale ordinaria, convocata per il 29 marzo alle 20.30 nella sala parrocchiale di Cavarzano, il presidente del Cai Belluno, Sergio Chiappin, fa il punto sullo stato della rete sentieristica locale a quasi cinque mesi dalla devastante tempesta Vaia.

Presidente, qual è la situazione ad oggi?

«In diversi punti è ancora critica, nel senso che molto lavoro è già stato fatto, ma è necessario rifare quasi completamente la segnaletica sia verticale, con cartelli e segni sugli alberi, che orizzontale sulle pietre. Abbiamo un piano d’intervento sui nostri sentieri che mira a ripulire le vie ostruite dagli alberi caduti. In alcuni casi si è potuto creare solo un varco prima dell’inverno e ora bisogna completare la pulizia delle sponde e rendere sicuro il passaggio degli escursionisti».

Quali sono le zone su cui sarà necessario concentrarsi maggiormente?

«La valle del Rui fret, una laterale della valle dell’Ardo, dove i danni sono maggiori e gli accessi al Bus del buson, dove però operano anche altre associazioni, in particolare quelle di Bolzano bellunese, che si stanno dando un gran da fare per risolvere la situazione».

Su quanti volontari potrete contare?

«Come Cai Belluno abbiamo alcuni volontari sempre pronti, ma proprio sabato scorso, a Padova, si è tenuta una riunione dei presidenti delle sezioni venete del club e in quella occasione diverse sezioni di pianura hanno manifestato la propria disponibilità ad aiutare concretamente le sezioni di montagna con l’invio di volontari. Nei prossimi giorni verranno presi gli accordi del caso tra presidenti e sezioni per poter indicare i bisogni specifici per ogni luogo, così da inviare squadre attrezzate con pale, picconi, motoseghe o semplice manodopera a seconda dell’intervento deciso. La disponibilità c’è, ora si tratta di mettersi a lavorare tutti assieme».

Con questo aiuto aumenta la probabilità di rivedere aperti tutti i sentieri per l’estate?

«Sicuramente una buona parte riusciremo a riaprirli, resterà qualche intervento più complesso, ma riguarderà un numero esiguo di tracciati».

E per quanto riguarda i rifugi?

«Sono tutti raggiungibili. Il Settimo alpini lo è sempre stato, anche se con la dovuta attenzione, la strada che porta al Bianchet, invece, sta venendo ripulita dagli uomini dei carabinieri forestali proprio in questi giorni e quindi non dovrebbero esserci problemi per il periodo di apertura. Una volta raggiunto il rifugio procederemo con la pulizia dei sentieri tutto attorno».

State aspettando fondi particolari per questi interventi?

«Ci sono alcuni fondi che il Cai nazionale ci ha assegnato, poi non sappiamo se la Protezione civile contribuirà con un ulteriore finanziamento. Stiamo cercando di capire se la teleferica che serve il rifugio Settimo alpini potrà rientrare nei risarcimenti riservati alle attività produttive. L’avevamo rifatta appena un anno fa e ora ci troviamo con almeno 10 mila euro di danni da trovare al più presto per poterla rimettere in sesto prima dell’apertura. Una tegola della quale avremmo fatto volentieri a meno». —


 

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