Rinnovo del contratto, sciopero e presidio dei metalmeccanici davanti alla sede di Confindustria Belluno

Lunedì 13 gennaio braccia incrociate per 8 ore dei lavoratori dl settore. Segreterie provinciali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil compatte

Da sinistra Stefano Bona, Antonio Colombo, Mauro Zuglian e Matteo Caregnato
Da sinistra Stefano Bona, Antonio Colombo, Mauro Zuglian e Matteo Caregnato

Lunedì 13 gennaio sciopero di 8 ore dei lavoratori metalmeccanici e presidio dalle 10 alle 12 davanti alla sede di Confindustria Belluno. A seguito della rottura del tavolo di trattativa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale Federmeccanica-Assistal, che si è determinata nell’ultimo incontro del 12 novembre 2024, le segreterie provinciali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, hanno proclamato l’astensione dal lavoro per tutti i lavoratori metalmeccanici della provincia di Belluno, a sostegno delle richieste presentate nella piattaforma unitaria e rigettate dalle associazioni imprenditoriali. Sul piatto, il rinnovo del contratto nazionale scaduto il 30 giugno dell’anno scorso e che riguarda 6.000 lavoratori nel Bellunese. Federmeccanica e Assistal hanno deciso di non rispondere alle richieste di Fim, Fiom e Uilm, creando un caos negoziale e ampliando le distanze anche sulle parti normative.

La piattaforma unitaria presentata da Fim, Fiom e Uilm per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei lavoratori (CCNL) metalmeccanici per il periodo 2024-2027 propone un aumento salariale di 280 euro in tre anni, la sperimentazione dell’orario a 35 ore a parità di salario, incentivi per la stabilizzazione dell’occupazione e il contrasto alla precarietà, l’estensione delle ore dedicate alla formazione professionale, con un aumento da 8 a 16 ore, per favorire l’aggiornamento e la crescita delle competenze, misure specifiche in materia di salute e sicurezza e di conciliazione vita-lavoro attraverso l’introduzione di misure di welfare aziendale e di flessibilità oraria.

Le associazioni datoriali hanno rigettato la proposta di aumento salariale di 280 euro in tre anni, formulata in base ai dati Istat, proponendo appena 173 euro in quattro anni. Così come hanno spinto per un peggioramento del meccanismo attuale di erogazione salariale, posticipando di 6 mesi il pagamento nei casi di scostamento tra inflazione prevista e consuntivata, né hanno considerato l'elemento di professionalità, contrattato nel 2021, non erogato negli ultimi due aumenti contrattuali. Nessuna apertura neppure su molte parti normative, come ad esempio sulle differenze di genere, sulla riduzione dell'orario di lavoro, sullo smart working, sull'orario di lavoro, sulla stabilizzazione dei contratti precari, sull’inquadramento e sulla formazione professionale.

«Federmeccanica e Assistal hanno messo in atto un comportamento inaccettabile – dichiarano Stefano Bona della Fiom Cgil Belluno, Matteo Caregnato della Fim Cisl Belluno Treviso e Antonino Colombo della Uilm Uil Belluno – e rifiutato le nostre richieste su aumenti salariali adeguati e in linea con l’inflazione di questi anni, stabilità occupazionale e miglioramenti normativi per i lavoratori, inclusi quelli degli appalti. Le contropartite proposte non rispondono alle sfide economiche e sociali che il settore metalmeccanico deve affrontare. Per questo abbiamo proclamato lo stato di agitazione, con lo sciopero del 13 e una manifestazione davanti alla sede di Confindustria per sostenere le nostre istanze e difendere i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici».

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