Riordino guardie mediche, partono i primi ricorsi
BELLUNO. L’Usl n. 1 avvia la riorganizzazione del servizio di guardia medica, ma partono già i primi ricorsi.
Nel piano dell’azienda sanitaria di via Feltre che dovrebbe partire dal primo ottobre prossimo, si dovranno tagliare quasi una ventina di medici che assicurano la continuità assistenziale.
E le prime lettere di licenziamento sono già arrivate, visto che per legge devono essere recapitate almeno 60 giorni prima della scadenza del contratto.
Ma la cosa non è piaciuta, come è comprensibile, agli interessati, e già in diversi hanno presentato ricorso contro il licenziamento e qualcuno promette di farlo.
I primi ricorsi che sono stati presentati dai professionisti riguardano quella che definiscono una «procedura un po’ anomala». Praticamente esiste una graduatoria da cui l’Usl n. 1 attinge per stipulare i contratti a termine con i camici bianchi per le guardie mediche. Ma questo elenco con tanto di punteggio, alla fine non verrebbe rispettato perché la direzione considererebbe un elemento di preferenza il fatto che uno sia residente. Secondo quanto contestano i medici, questo criterio col rispettivo punteggio dovrebbe già essere contenuto nei punti complessivi di un medico, in base ai quali si redige la graduatoria. «Non si può dire “tu sei terzo, ma siccome uno dietro di te in graduatoria ha la residenza, alla fine ti passa davanti”», protestano i medici.
Insomma, questa modalità “anomala” inficerebbe la stessa graduatoria e lascerebbe quindi spazio per presentare ricorso a chi si è trovato in queste condizioni. Il progetto di riorganizzare il servizio sta creando non pochi malumori tra il personale, non solo quello che in base a questo perderà il posto, ma anche tra chi il posto l’avrà garantito in quanto assunto a tempo indeterminato. «La questione è che il servizio non sarà più garantito come prima, perché un medico avrà un territorio molto più ampio da gestire rispetto ad ora e quindi se uno interviene a Tambre e viene chiamato anche a Limana, come farà ad essere nello stesso tempo in luoghi così lontani? E poi forse il sindaco di Belluno non se n’è reso conto, ma viene tolto il presidio nel capoluogo per spostarlo a Ponte nelle Alpi. Inoltre quel parametro che prevede un medico ogni 6.500 abitanti non è valido visto che due devono gestire Belluno, l’Alpago, Limana e Ponte nelle Alpi. Sicuramente si tratta di più di 6.500 abitanti ciascuno». (p.d.a.)
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