Ripristinata l’Alta via n.1, finiti i disgaggi sulla frana da Case Bortot al Settimo
BELLUNO
Buone nuove per gli escursionisti che percorrono l’Alta Via numero 1 e la Monaco-Venezia, ma anche per chi semplicemente decide di salire da Case Bortot al rifugio Settimo Alpini.
Ieri si sono infatti concluse le operazioni di disgaggio sul fronte franoso che ad aprile scorso ha interessato il sentiero 501. Il distacco di una massa rocciosa a monte aveva coinvolto anche l’itinerario 506, che porta a Forcella Monpiana. Ma la situazione era più grave lungo il 501, in quanto le rocce avevano abbattuto diversi alberi e reso il percorso impraticabile.
«I tempi per arrivare al ripristino sono stati lunghi: non si è rivelato così semplice mettere insieme una squadra di lavoro e reperire in fondi», ricorda Massimo De Pellegrin, consigliere comunale di Belluno e abitante di Bolzano Bellunese, che ha seguito sin dall’inizio la questione.
«Si è aggiunta la burocrazia, anche se Comune e Unione Montana hanno fatto di tutto per accelerare le tempistiche. Il meteo, dal canto suo, non è stato molto favorevole».
Alla fine, comunque, il risultato è stato raggiunto. «Non nascondo la felicità», sottolinea De Pellegrin. «Due settimane fa il gestore del Settimo Alpini, Marino De Colle, ha iniziato i disgaggi dei massi pericolanti, manualmente e senza l’uso di microcariche esplosive, insieme ad altri suoi colleghi guide alpine. Ripulita inoltre la parete della frana e tagliate diverse piante».
Il sentiero 506 è stato ripristinato dai volontari della sezione di Belluno del Cai e il 501, dal ponte del Mariano al rifugio, dai “cinghialotti”, gruppo di rocciatori di Bolzano Bellunese.
«Il tracciato è stato reso più sicuro anche tramite il posizionamento di un cordino di acciaio», precisa il consigliere, ricordando che gli interventi sono stati eseguiti utilizzando una parte, circa 10 mila euro, dei 35 mila euro complessivi messi dal Comune.
«Al termine della stagione estiva», aggiunge, «si valuterà se sono necessari ulteriori lavori sul sentiero con personale dell’Unione Montana». Ente che, nei mesi scorsi, aveva già provveduto al recupero della strada delle gallerie, che parte dal Col di Roanza, per far sì che il Settimo fosse comunque raggiungibile. De Pellegrin vuole togliersi un sassolino dalla scarpa. «Non avrebbe dovuto essere il Comune a mettere le risorse», commenta. «In situazioni di questo tipo, dovrebbe essere il Cai a gestire il ripristino dei sentieri. In ogni caso, l’amministrazione ha preso a cuore la questione, considerando soprattutto che il tracciato 501 porta al rifugio che è la tappa finale dell’Alta Via n.1 e che a Bolzano Bellunese è attivo il progetto di ospitalità diffusa».
«Un grazie all’assessore Lucia Olivotto, che ha messo velocemente a disposizione le risorse», conclude il consigliere, «a Piero Da Ronch, responsabile tecnico dell’Unione Montana, che ha seguito i lavori; ai volontari Cai che, seguiti da Giovanni Spessotto, hanno mezzo in sicurezza l’area durante il disgaggio. Grazie anche ai “cinghialotti”, alle Guide alpine e al Comitato usi civici». —
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