Rischio sismico, ospedale sotto la lente
FELTRE. La ricognizione sullo stato di fatto degli edifici ospedalieri feltrini più a rischio, in caso di forte terremoto, è stata effettuata dalla dirigenza dell’Usl Dolomiti. Che ha già trasmesso alla Regione i rapporti, compreso il ricorso a uno studio professionale che ha fatto la valutazione statica del padiglione Gaggia Lante (dove ci sono anatomia e laboratorio e il servizio di emodialisi). Ed è in attesa di procedere con l’intervento, una volta che arrivino direttive e risorse da palazzo Balbi per progettare anche altri interventi di messa in sicurezza delle strutture.
Si è partiti, già in settembre dell’anno scorso, con padiglione Gaggia per il quale si sono stanziati cinquantamila euro per affidare a uno studio professionale di esperti nel settore, individuato nello studio Gallinaro di Padova, l’adeguamento impiantistico della sezione di patologia neonatale dell’ospedale di Feltre, che si trova a metà strada fra il Gaggia e il padiglione Dalla Palma, e per la verifica di sicurezza strutturale del primo.
L’importo dei lavori, stimato dall’ex Usl 2, è di 490 mila euro e la somma che mette l’azienda è pari a 139 mila euro. Questo primo progetto, che riguarda il collegamento fra i due padiglioni, Gaggia Lante e Dalla Palma, prevede l’inserimento di nuove pareti in cemento armato sul perimetro esterno dell’edificio e il rinforzo di un numero limitato di pilastri interni.
Un intervento, si spiega dall’Usl, che consente un consistente miglioramento del comportamento sismico della struttura, pari al 79 per cento dell’indice di adeguamento alla norma tecnica delle costruzioni. E quel che è più importante, consente un incremento del 74 per cento di tenuta statica rispetto alle condizioni attuali.
«La nostra Regione è quella che meglio ha preso in mano questo problema», spiega il direttore generale dell’Usl Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno. «All’inizio dell’anno sono uscite delle delibere che impartiscono direttive sull’antisismica e sull’antincendio, secondo le norme intervenute, con risorse adeguate per poter sistemare, ai fini della pubblica sicurezza, gli edifici. A Feltre, a parte la piastra chirurgica e il polo tecnologico, non c’è alcun edificio che risponda agli standard richiesti. È ovvio che non si possa ricostruire ex novo il novanta per cento delle strutture di pertinenza del distretto ospedaliero feltrino. Si possono solo individuare i punti più deboli e creare dei rinforzi. Cosa che noi abbiamo già cominciato a fare in settembre dell’anno scorso, subito dopo il sisma che ha colpito l’Italia centrale».
Laura Milano
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