Risonanza multiparametrica già eseguiti 250 esami dal 2013

BELLUNO. Una risonanza magnetica multiparametrica per individuare e caratterizzare le lesioni neoplastiche della prostata. Si tratta di uno strumento in uso alla Radiologia dell’ospedale San Martino...
BELLUNO. Una risonanza magnetica multiparametrica per individuare e caratterizzare le lesioni neoplastiche della prostata. Si tratta di uno strumento in uso alla Radiologia dell’ospedale San Martino di Belluno che ha permesso negli ultimi quattro anni di studiare 250 pazienti, con un marcato incremento negli ultimi mesi. Si è passati, infatti, da 19 esami eseguiti in tutto il 2013 a più di 80 nei soli primi nove mesi di quest’anno. Visto l’aumento di utilizzo di questa strumentazione, il direttore della Radiologia, Paolo D’Andrea ha deciso di individuare un medico referente (la dottoressa Alessandra Brandalise) e di organizzare sedute dedicate a questo tipo di indagine.


La neoplasia della prostata, infatti, è considerata tra quelle più comuni del sesso maschile con un tasso di mortalità stimato secondo solo al cancro del polmone. Le cause di questo tumore sono legate a fattori genetici, ambientali e alimentari; i soggetti più a rischio sono i maschi a partire dai 50 anni e i soggetti con familiarità per cancro della prostata.


Negli ultimi 30 anni, mentre il numero di pazienti affetti da malattia è aumentato considerevolmente, la mortalità è invece sensibilmente diminuita (solo il 10% delle persone colpite muore a causa di questa patologia), grazie alle campagne di sensibilizzazione della popolazione e alle metodiche di dosaggio del Psa sierico (Antigene Specifico Prostatico), affiancato all’esame digito-rettale da parte dell’urologo. Con tale manovra si valuta la superficie prostatica e si possono rilevare zone sospette. In loro presenza, con l’ecografia trans-rettale (Trus), si possono eseguire biopsie non mirate, in aree prestabilite della ghiandola. Una volta individuata la malattia, in passato, il paziente veniva indirizzato alla esecuzione di una risonanza magnetica solo per definire l’estensione della malattia. Oggi, per l’elevata sensibilità della risonanza si sono allargate le indicazioni all’esame e, di fronte a un persistente rialzo dei valori del Psa e/o con biopsie negative, il paziente può essere sottoposto alla risonanza magnetica multiparametrica.


La metodica utilizzata è definita “multiparametrica” in quanto, nella stessa seduta consente uno studio “morfologico”, per la valutazione dell’anatomia della ghiandola e della lesione neoplastica, uno studio di “diffusione” per la valutazione del danno e della proliferazione cellulare della lesione, e uno studio di “perfusione”, eseguito durante la somministrazione di mezzo di contrasto per via endovenosa al paziente, per la valutazione della vascolarizzazione della lesione. Questo strumento identifica così le zone sospette su cui eseguire successivamente prelievi bioptici mirati.


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