Risorse in ritardo di mesi a rischio stipendi e attività

I presidenti della Fism lanciano l’allarme e scrivono al ministro Carrozza: «Così siamo condannati alla chiusura». Tutta colpa di un inghippo burocratico
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. «Nel silenzio si sta consumando una delle solite questioni di “ordinaria …. burocrazia” della nostra Repubblica. I contributi Miur alle scuole paritarie, già di per sé modesti e inadeguati, sono disponibili presso gli Uffici regionali scolastici già da tre mesi, ma non vengono accreditati alle scuole paritarie (infanzia, primaria, secondaria) perché è cambiato il sistema di pagamento».

A denunciare una situazione paradossale, che rischia di mettere i ginocchio le scuole paritarie bellunesi, è il presidente della Fism provinciale (Federazione scuole materne cattoliche) Fiorenzo Ferro che, insieme ai sei colleghi veneti ha scritto al ministro Carrozza e a tutti i dirigenti del Miur una lettera per chiedere subito i soldi. «Si tratta di una prima parte di contributo (poco più del 50%) relativa all’anno scolastico appena concluso; per quanto limitata e in ritardo, consente alle scuole di fare fronte alle spese fisse (stipendi, contributi, ecc.) nel periodo estivo, durante il quale non sono riscosse le rette delle famiglie», scrivono i presidenti Fism, che sottolineano «la fondamentale importanza di questa straordinaria rete di scuole (quelle dell’infanzia), che nel Veneto accolgono due bambini su tre (in provincia di Belluno 2.324 dai 3 ai 6 anni) e che, se non ci fossero, costerebbero alla finanzia pubblica oltre 540 milioni di euro l’anno. A questa situazione si aggiunge, purtroppo, il ritardo del pagamento dei contributi deliberati dalla Regione del Veneto».

Dopo l’analisi della situazione, parte l’appello «a tutte le istituzioni affinché si superi subito questo intoppo, per evitare, come purtroppo molti gestori hanno già deciso, non avendo ulteriori possibilità di accesso al credito bancario, di non pagare gli stipendi del personale nei mesi estivi ».

A spiegare il nuovo sistema è il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Giorgio Corà: «Con il nuovo sistema operativo telematico, serve almeno un mese, da quando il Miur fa l’accredito a quando i soldi arrivano alle scuole; prima, con la contabilità speciale, in una settimana si riusciva ad avere i fondi. Il Miur ha finito di accreditare gli stanziamenti a fine maggio e io stesso ho firmato da poco quelli per Belluno (che dovrebbero superare il milione di euro). Ma prima che arrivino devono ricevere un controllo da parte della ragioneria dello Stato di Venezia».

Ed è qui l’inghippo, che sta «facendo boccheggiare i nostri asili», continua Fiorenzo Ferro. «I fondi arrivano sempre più in ritardo e col contagocce».

A questo si aggiunge la contrazione delle iscrizioni, che sta mettendo in difficoltà, di anno in anno, le scuole, spesso costrette ad aumentare le rette. In alcuni casi, per mantenere il posto di lavoro, si è dovuti ricorrere ai contratti di solidarietà. È il caso del Don Bosco di Belluno. «Da un mese la Regione ha stanziato le risorse, maqueste non sono ancora arrivate», dicono dalla scuola. «L’anno scorso abbiamo aumentato le rette per restare dentro alle spese, ma quest’anno tutto rimarrà invariato, a partire dai contratti di solidarietà per i cinque docenti». Si lamenta anche il direttore dell’Agosti: «Dallo Stato riceviamo poca cosa e molte famiglie che hanno richiesto il bonus per un sostegno alla retta, devono ancora riceverlo. Ci stiamo dando da fare per supplire il più possibile alla carenza di risorse, facendo assistenza noi sacerdoti, mettendo a disposizione le somme del ministero sacerdotale e quanto ricaviamo dalle colonia di Santa Fosca. Ma siamo sempre in difficoltà e a rischio».

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