Ristorante da Maria un’istituzione al Pordoi per il turismo sul passo

Giusy Riviello De Zuglian racconta la storia del locale «Quando presi la gestione c’erano clienti italiani e tedeschi Ora si lavora con l’Est Europa»

PASSO PORDOI. Al confine tra il Veneto e il Trentino, sul passo Pordoi, è presente una vera è propria istituzione, il ristorante da Maria gestito da Giusy Riviello De Zuglian.

«Il ristorante fu costruito ai primi del Novecento dalla nonna di mia marito Danilo De Zuglian, Maria, a cui ancora oggi è intitolata questa attività», racconta Giusy Riviello.

L’esercente è molto conosciuta e apprezzata dalla comunità locale anche grazie all’impegno nel sociale del marito Danilo, scomparso 14 anni fa, al quale si riconoscono importanti traguardi raggiunti nell’ambito della comunità ladina.

Al ristorante da Maria si può degustare una cucina sana, abbondante, realizzata con prodotti genuini e spesso derivati dagli stessi allevamenti di proprietà.

Tantissimi i personaggi celebri che si sono fermati a mangiare una bistecca da queste parti come Sylvester Stallone, Christian De Sica e Michael Schumacher.

«Quando presi in mano l’attività di famiglia i nostri principali clienti erano italiani e tedeschi», racconta, «ora posso dire che i nostri connazionali hanno lasciato il posto a turisti dell’Est, in prevalenza ucraini e russi, attirati dalla bellezza delle nostre montagne. Nonostante i grandi investimenti fatti nel tempo sui complessi sciistici, la migliore stagione in termini di movimento turistico la registriamo in estate».

Evidente che nel periodo invernale vanno per la maggiore le attività legate agli sport bianchi, che non tutti praticano, mentre dalla primavera fino a fine ottobre arrivano gli appassionati delle camminate in montagna.

«Ogni anno vediamo migliaia di turisti passare per le nostre strade», spiega la titolare del ristorante da Maria, «e sentiamo una moltitudine di idiomi nei nostri locali. Siamo un punto strategico del turismo italiano che se ben pubblicizzato e sviluppato non conoscere rivali al mondo in termini di offerte per quanto riguarda panorami, attività da svolgere, gastronomia e cultura».

D’altra parte il passo offre il più rapido accesso al gruppo del Sella (la cui maggior elevazione è il Piz Boè, 3.152 metri) per mezzo della funivia prodotta dalla Hölzl che, con un unico balzo, raggiunge i 2.950 metri del Sass Pordoi.

Nel versante veneto del passo si trova un ossario che raccoglie, in una tomba comune, i resti di 454 caduti germanici e di 8.128 austro-ungarici caduti nel corso della Grande Guerra, provenienti dai vari cimiteri di guerra.

Nei ripiani esterni sono invece tumulati, in tombe singole o combinate, i resti di 842 caduti tedeschi della Wehrmacht della Seconda guerra mondiale, provenienti dai cimiteri ubicati nella zona di Belluno.

Il Pordoi ha anche una enorme valenza sportiva, ciclista per la precisione: infatti è entrato nella leggenda del Giro d’Italia in quanto, dal 1965, anno di istituzione della Cima Coppi, è stato per ben 13 volte il passaggio più alto del Giro d’Italia.

Sul passo si trova inoltre un monumento dedicato a Fausto Coppi. —

Alex De Boni

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