Ristorante La Taverna: «Passeremo da cento posti a quaranta»
BELLUNO
Massimo Simionato si è arrangiato come poteva. Ha aderito al servizio di consegna a domicilio, offrendo ai clienti un gradito servizio e garantendo al suo ristorante Taverna in centro a Belluno un’entrata economica.
Nell’emergenza è possibile arrangiarsi così, ma prima o poi il lockdown verrà messo alle spalle. Le persone torneranno ad uscire, riemergerà il desiderio di gustarsi qualcosa in compagnia fuori casa. Quel giorno i servizi di ristorazione dovranno essere pronti ed in regola con le normative legate alla sicurezza sanitaria. Il tutto, però, contando su meno posti a disposizione e conseguenti mancati introiti.
«Da un centinaio di posti disponibili tra i due piani e l’esterno, crediamo di dover ripartire con non più di quaranta», spiega il titolare della Taverna a Belluno. Morale della favola, del personale continuerà ad esserci bisogno, i costi rimarranno invariati ma senza più i pienoni che garantivano le entrate necessarie. Ecco perché anche il mondo della ristorazione invoca aiuti. «Il 18 maggio, se verrà confermata come data della nostra riapertura, rischiamo di dover lavorare meno ma con le stesse spese da sostenere, se non di più. D’altronde alternative non ce ne sono, a meno che uno non chiuda. Dunque diventa necessario ricevere almeno degli aiuti: dipendenti, tasse, bollette e quant’altro vanno pagate. Io poi temo non sarà immediato per nessuno recarsi in un ristorante come avveniva prima dell’emergenza. In aggiunta, mancheranno per parecchio le grandi tavolate di lavoro o svago, pranzi e cene in occasione di particolari ricorrenze».
La Taverna di Simionato, dicevamo, si è arrangiata come poteva in questo mese e mezzo. Non sono mancate le soddisfazioni, utili a tirarsi su d’animo, però è un lavoro completamente diverso dal solito. «Il fine settimana arriviamo ad effettuare venti, trenta take away. A Pasqua siamo andati addirittura sold – out. Le altre sere invece i numeri calano, ma d’altronde sono presto spiegati i motivi. Le persone restano casa tutto il giorno, c’è maggior tempo libero e dunque in molti preferiscono cucinare da sé. Ad ogni modo dove vengono richiesti i nostri piatti non mancano mai i graditi ringraziamenti. I prezzi li teniamo bassi, per non gravare sulle tasche dei clienti».
Chissà cosa desiderano ricevere i bellunesi... «Innanzitutto collaboriamo con lo Speakeasy, abbinando dunque piatti e cocktail. C’è stata la paella accompagnata dal gin tonic, oppure i tacos con il margarita. Di solito gli ordini vanno dal capriolo ai bocconcini di vitello, senza dimenticare lasagna, bigoli con ragù d’anatra e così via. Credo sia fondamentale offrire spunti e prelibatezze diverse dal solito, altrimenti le persone non vengono invogliate ad ordinare. Il servizio lo gestiamo in due, io che consegno e la cuoca». —
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