Ristoratori alleati contro gli insolventi
AGORDO. I ristoratori agordini si coalizzano per far fronte alle ditte che non pagano. Dall'Agordino è partita un'iniziativa che per ora coinvolge una decina di esercenti, ma che promette di estendersi. L'obiettivo è presto detto: fare in modo, attraverso un contratto su misura, che le ditte che mandano i loro dipendenti a mangiare paghino nel giro di una settimana. La decisione da parte dei ristoratori agordini nasce dalla constatazione di una situazione divenuta insostenibile con alcuni esercenti “fuori” anche di parecchie migliaia di euro a causa del mancato saldo del debito da parte di alcune ditte.
«Alla fine dell'anno», spiega Roberto Schena, delegato Ascom per l'Agordino, «sono stato contattato da alcuni esercenti che mi hanno spiegato la situazione. Molte ditte non pagano e c'è chi è in credito di 20 mila euro, chi di 1500. Insomma una situazione che penalizza molto i ristoratori che così vengono gabbati due volte perché pagano le tasse sulla fattura emessa, ma non vengono poi pagati da chi consuma. A ciò si deve aggiungere il fatto che i ristoratori debbono regolarmente pagare la merce deperibile entro trenta giorni e in caso di inadempienza vengono sanzionati».
Ma chi sono queste ditte? «I casi che mi sono stati presentati», racconta Schena, «sono tanti e molto diversi fra loro: ci sono ditte legate a cantieri in loco, ditte che poi falliscono, cambiano nome e non riesci più a venirne a capo (ci sono pagamenti arretrati che risalgono a 2-3 anni fa), ma ci sono anche ditte artigianali locali».
Si dirà che è colpa della crisi, ma Schena non ne sembra così convinto. «Anche la crisi avrà il suo ruolo in tutto ciò», spiega, «ma credo che alla base ci sia un comportamento negativo che è diventato consuetudine. Insomma bisogna riportare la questione nei termini corretti: se uno riceve qualcosa deve poi pagare».
Riuscire a recuperare i soldi avanzati è però una strada tortuosa e irta di difficoltà. Più praticabile sembra invece il percorso che porta ad evitare il problema in futuro. In tal senso Schena è riuscito a mettere attorno a un tavolo circa una decina di titolari di ristoranti e pizzerie della Conca Agordina.
«Alla riunione», dice il delegato agordino dell'Ascom, «è intervenuto anche un rappresentante dell'Ascom che si occupa di questioni fiscali. È emersa la possibilità di redigere un contratto a patto che tutti fossero d'accordo».
Così è stato e dunque adesso, nel momento in cui la ditta varca la porta del ristorante o della pizzeria dove intende consumare i pasti, dovrà sottoscrivere un “contratto di somministrazione”. Al punto numero tre, ecco la novità, esso prevede che “il corrispettivo delle somministrazioni sarà pagato con cadenza settimanale” e che “all'atto del pagamento sarà emessa fattura, fatte salve le norme riguardanti l'emissione giornaliera della ricevuta fiscale per le prestazioni effettuate”. Il mancato pagamento comporterà la sospensione dei pasti e la recessione dal contratto e saranno applicati gli interessi di mora previsti dalla legge. Oltre a ciò, l'altro aspetto importante della questione è il fronte comune deciso dai ristoratori: la battaglia non si combatte da soli, ma tutti uniti.
«I ristoratori», dice Roberto Schena, «si sono accordati per rimanere costantemente in contatto telefonico e per segnalarsi a vicenda l'arrivo di nuove ditte o i mancati pagamenti delle ditte stesse in modo da proteggersi l'uno con l'altro». La stipula del contratto per il pagamento settimanale (che per il momento non prevede la richiesta di una caparra) rappresenta dunque una novità nel panorama provinciale. Schena è però convinto che la Conca agordina farà scuola. «Speriamo che anche altri esercenti della vallata aderiscano a questa iniziativa e che essa possa prendere piede in altre realtà della provincia. Noi siamo a disposizione per ogni tipo di informazione».
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