“Ristori” dell’autostrada accordo da 284 mila euro
PONTE NELLE ALPI
“Ristori” della A27, ultimo atto (forse). La giunta comunale di Ponte nelle Alpi, con una recente delibera, ha approvato la convenzione aggiuntiva con la Società Autostrade. Al centro del patto, la sistemazione dell’incrocio di Lizzona: la società Autostrade verserà al comune circa 284 mila euro e il Comune, che ha già in mano il progetto esecutivo e ha già provveduto agli espropri, realizzerà i lavori.
Quella dei “ristori” è la vicenda di tutta una serie di opere compensative che vengono effettuate da chi realizza un’autostrada per riparare allo sfregio ambientale che deve sopportare un territorio per il passaggio di una mega struttura viaria. E il territorio di Ponte è attraversato in senso longitudinale dall’arteria.
All’epoca furono previsti svariati interventi (parcheggio a Cadola, piazza-parcheggio Monsignor Viezzer, tombotto di Lizzona).
In seguito dell’esecuzione dei lavori del tronco autostradale Vittorio Veneto - Pian di Vedoia si ritenne che fosse necessario adeguare l’incrocio della strada comunale Vich-Lizzona con la statale 51 d’Alemagna.
Nel giugno del 1997 venne siglata con la Società Autostrade una convenzione per regolamentare in dettaglio gli impegni convenuti nonché l’assegnazione al Comune del contributo economico di circa 284 mila euro. In considerazione del tempo passato dalla data della convenzione ad oggi, la Società Autostrade, sentita l’Anas, ha ritenuto necessario stipulare una convenzione aggiuntiva alla precedente per i necessari aggiornamenti formali.
La delibera della giunta dà mandato al responsabile del settore urbanistica, lavori pubblici e manutenzioni di sottoscrivere la convenzione.
Ma facciamo un passo indietro. Il 28 giugno del 1995 fu aperto alla chetichella il tratto autostradale tra Vittorio Veneto e Pian di Vedoia: 24 chilometri che costarono all’epoca 900 miliardi (40 miliardi al chilometro). La scheda tecnica parla di circa 13 chilometri in galleria, 12 chilometri di viadotti, 4 aree di servizio e parcheggio, due posti di manutenzione e “neve”, 10 tra svincoli e stazioni. Se Ponte ha ottenuto soddisfazione, non altrettanto si può dire per una trentina di famiglie che risiedono in abitazioni prossime al tratto ascendente della A27. Le vicissitudini di questi cittadini iniziarono nel 1983 quando iniziarono i lavori per la realizzazione dell’arteria autostradale: dovettero convivere per oltre 12 anni con spari di mine, rumore di martelli pneumatici, polveri, e disagi di ogni genere.
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