Ristrutturazioni a fini abitativi picco di richieste a Sovramonte
Laura Milano / sovramonte
Sono 39 le domande per ristrutturare l’abitazione di proprietà che poi diventi però la prima casa, e per adeguare gli edifici a fini turistici, su modello ospitalità diffusa. Sono quelle pervenute in Comune dove ne era prevista la metà, per un bando di cui Sovramonte è pilota, a valere sui progetti di area vasta. Il “bando residenzialità” di cui si parla da anni, è stato chiuso nei giorni scorsi. In palio ci sono cinque milioni di euro, contando i fondi pubblici e quelli della compartecipazione finanziaria dei soggetti privati.
Adesso è venuto il momento di fare la graduatoria. «Fino all’esaurimento del primo milione di euro erogato per l’area vasta anno 2016, le prime domande saranno subito evase», spiega il sindaco Federico Dalla Torre. «Per le altre non ci saranno problemi perché l’obiettivo è quello di dare corso a tutte le istanze pervenute, anche se non ci aspettavamo una richiesta tanto elevata. Quando si darà il via alla cantierabilità dei progetti di recupero edilizio, con l’auspicio che possano essere coinvolte imprese locali, i vantaggi saranno duplici: da un lato si rimette in moto l’edilizia per cinque milioni di euro, che non è cosa da poco. Dall’altro si centra l’obiettivo che all’esecutivo sta molto a cuore, quello del ripopolamento dell’altopiano».
Per questo motivo avranno un punteggio maggiore le giovani coppie con figli, per favorire appunto il ripopolamento, senza escludere chiaramente altri cittadini. C’è una condizione, i beneficiari dovranno risiedere stabilmente sull’altopiano fino a dieci anni continuativi, pena la restituzione del contributo erogato.
Le possibilità finanziarie sono tre: l’abbattimento dei costi di ristrutturazione di prime abitazioni è del 40 per cento fino a duecentomila euro di spesa complessiva sostenuta. Per l’acquisto di case in vendita è prevista l’erogazione di 250 euro a metro quadro fino a cento metri quadri. Si erogano poi fino a cinquantamila euro, per una spesa minima documentata di venticinquemila euro, per la manutenzione straordinaria delle case.
Le case chiuse, cioè ereditate e lasciate lì come sono da anni, sull’altopiano sovramontino sono più o meno le stesse, numericamente parlando, di quelle aperte, cioè abitate residenzialmente. Il motivo di questo progetto è presto detto: favorire e incrementare nuova residenzialità in un comune che si spopola, frenare la discesa di residenti autoctoni a fondovalle per incentivarne, invece, il rientro e la stabilizzazione.
Il dato del Comune indica che 750 siano le prime case dei cittadini di Sovramonte. Altrettante sono le seconde case, quelle utilizzate da chi torna sull’altopiano per le ferie, oppure ereditate, dismesse e lasciate all’abbandono. Ed è questo il patrimonio immobiliare a valere sul contributo. Il progetto, “Sovramonte Doc”, da quando è stato reso pubblico, ha fatto il giro della Valbelluna fra gli amministratori interessati alle finalità sociali e a mutuare i contenuti tecnico-operativi. Tanti sono stati i sindaci di comuni feltrini che su questo progetto intravvedono potenzialità di recupero di abitazioni esistenti, abbandonate da anni e in condizioni di degrado, che creano problemi di disordine strutturale e urbanistico. —
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