Ritorna a vivere un percorso storico
Con il nuovo ponte sul Cridola si può puntare sul rilancio di molte idee che erano rimaste finora sogni nel cassetto
Alla presenza di molte autorità della Regione, della Provincia e della Comunità Montana, dell'onorevole Maurizio Paniz, i sindaci di Lorenzago, Mario Tremonti, e di Domegge, Flaminio Da Deppo hanno tagliato il nastro di un lungo, sofferto sogno comune: l'inaugurazione del nuovo ponte sul torrente Cridola.
Si può dire che il parroco di Lorenzago don Sergio De Martin ha benedetto un'opera davvero da tempo sospirata, che non solo ridà senso e vita alla storica strada sulla sinistra del Piave, ma permette finalmente il rilancio di tanti sogni da anni obbligati ad ammuffire nei cassetti delle buone intenzioni, primo fra tutti quello di una nuova pista ciclabile lungo le sponde del lago Centro Cadore.
Il nuovo manufatto in ferro e legno progettato dall'ingegner Carlo Kehrer, capace di inserirsi nel contesto naturale senza eccessivo impatto, assicura dunque un futuro ad un'arteria che tra l'altro costituisce l'unica alternativa di comunicazione del Centro Cadore con Lorenzago, la Val Ansiei e il Comelico in caso di interruzione della statale 51 tra Domegge e Ponte Nuovo. E non solo, giacché il percorso risulta oltremodo panoramico e di alta valenza storica, ingiustamente dimenticato in questi ultimi anni.
L'importanza di un'alternativa alla strada esistente sulla destra del Piave per avviare verso nord i convogli in caso di interruzioni a Ponte Nuovo era stata ben compresa dai nostri strateghi militari già alla fine dell'800, nel piano di costruzione del poderoso campo trincerato di Pieve di Cadore. Nel maggio 1883 iniziarono a cura di imprese locali i lavori per il primo tratto della strada militare da Vallesella al torrente Cridola. mentre al periodo 1884-'86 risalgono quelli per il secondo tratto, dal Cridola a Lorenzago; le convenzioni tra Amministrazione Militare e comune di Domegge furono firmate il 19 ottobre 1884, quelle relative a Lorenzago invece a lavori quasi ultimati il 20 gennaio 1886, poiché gli abitanti non vedevano di buon occhio l'espropriazione di terreni che da secoli erano di interesse agricolo.
Sappiamo che nel 1885 il tratto tra Ponte Cridola e Lorenzago era a buon punto, mentre erano appena iniziati i lavori del ponte in pietra, assunti dall'impresa Mainardi di Lorenzago.
La rotabile militare, di 8 chilometri e 300 metri, era a fondo solido, larga 5 metri, con restringimento a 4 per circa 400 metri a monte del Ponte Cridola, e con pendenze che non superavano in alcun punto il 7 per cento.
Si sviluppava tra i prati e campi, con numerosi ed ampi "gironi" da Lorenzago al Ponte Cridola, correndo poi a mezza costa su ripida falda boscosa fino al ponte Cidolo e scoperta fra terreni coltivati da qui a Vallesella. Il ponte sul Cridola era in legno a tre campate, con due piloni in muro, largo 5 metri e lungo 39, mentre il Ponte Cidolo era in muratura ad un arco, largo 4 metri, lungo 19 e alto 35.
Purtroppo tale realizzazione militare servì poco nei drammatici frangenti del dopo-Caporetto, nei primi giorni del novembre 1917, sia al momento di far affluire in Oltrepiave truppe e cannoni per la sperata e preventivata resistenza della nostra IV Armata a Rementera e Razzo, sia al momento della concitata ritirata, allorché migliaia di italiani, scesi dal passo della Mauria, non riuscirono ad aprirsi la via, né verso Lozzo, a causa della già avvenuta distruzione di Ponte Nuovo, né verso Vallesella, lungo la nostra strada. Sui colli di Crodola, a Contenego e a Colonia, di fronte a Domegge, verso le ore 11 dell'8 novembre venne consumato l'estremo conato di resistenza da parte del nostro I Corpo d'Armata contro la 94ª divisione austro-ungarica, che, paradossalmente, sfruttò la nostra arteria militare per una più efficace penetrazione verso Pieve e Tai, nonostante l'avvenuta distruzione dei ponti.
Nel 1919 la Lorenzago-Vallesella venne riattata, il ponte sul Cridola fu ricostruito in 45 giorni, mentre il "Ponte Cidolo" sotto Domegge fu riparato in 15 giorni. Durante le alluvioni del 1966 il ponte sul Cridola rimase danneggiato e fu rimpiazzato con un ponte Bailey che alla fine dell'ultimo decennio del secolo scorso fu rimosso dall'Autorità militare. Ora finalmente la strada recupererà l'intera sua valenza economica e turistica e ne saranno contenti anzitutto quei "capi" e "gregari" cui inneggia con alate parole una vecchia lapide posta in prossimità del ponte in onore di tutti i lavoratori che nel primo dopoguerra ne assicurarono la ricostruzione.
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