Ritorna il miele di acacia una buona stagione per le api
limana
Quella terminata da poche settimane, per gli apicoltori, è stata una stagione abbastanza buona. «Di certo migliore rispetto quella degli ultimi due anni», spiega Claudio Mioranza, uno dei componenti del consiglio di amministrazione di Apidolomiti. «Abbiamo registrato la raccolta di miele di acacia, che mancava da tempo. La produzione più rilevante è comunque quella del tiglio, anche con 20 kg per alveare. In alcune località si è mischiato con il castagno, producendo un ottimo millefiori estivo».
La stagione produttiva si è chiusa lo scorso 10 luglio, con la conclusione delle grandi fioriture. Il maltempo del mese di maggio e di inizio giugno aveva creato tra gli apicoltori una certa preoccupazione. Le basse temperature erano state causa di non pochi problemi. Le condizioni si sono poi per fortuna stabilizzate e il bilancio 2018, anche se non straordinario e lontano dagli “anni d’oro”, può dirsi mediamente positivo. A caratterizzare la produzione bellunese, al di là dei quantitativi, rimane sempre l’ottima qualità.
«Le api si nutrono di nettare, polline e miele», prosegue Mioranza. «Quello che stanno raccogliendo dal 10 luglio in poi serve agli imenotteri a crearsi una scorta per sopportare e superare l’inverno, per avere cibo a sufficienza durante i mesi freddi». Gli alveari sono popolati e in buona salute. Quelli che si trovano sopra gli 800-1.000 metri hanno avuto negli ultimi due anni una buona raccolta di miele di melata. «In quota qualche apicoltore è riuscito quest’anno, nonostante il brutto tempo, a ottenere una discreta produzione di miele di rododendro», aggiunge, «una tipologia rara, delicatamente dolce e molto chiara, che sarà presente anche alla prossima festa del miele di Limana». E proprio nel comune della Sinistra Piave, nella sede di Apidolomiti, ferve in queste settimane l’attività di smielatura. «Soci e neoapicoltori, sotto la supervisione di Remigio e Marco, stanno lavorando per estrarre il prezioso nettare. I locali sono inondati dal profumo caratteristico, fresco e balsamico, del miele di tiglio».
I soci di Apidolomiti sono oltre 600 e il trend è in crescita. Non mancano i giovani e anche quest’anno sono stati numerosi i partecipanti ai corsi di apicoltura base e avanzata. «A inizio luglio si è tenuto un incontro dedicato alle tecniche apistiche e al trattamento anti varroa», ricorda il consigliere, «il terribile acaro che negli ultimi anni ha provocato una moria di api, succhiando la linfa e riproducendosi all’interno delle celle». Gli apicoltori stanno mettendo in atto il piano di controllo predisposto dalla Regione Veneto secondo quanto indicato dal ministero della Salute. Le indicazioni operative sono state trasmesse ad aprile ai servizi veterinari. «Da metà luglio su tutti gli apiari è iniziato il trattamento per contenere il parassita. Viene utilizzato l’acido organico ossalico, che non lascia residui», fa presente Mioranza. «Come Apidolomiti abbiamo portato avanti un grosso lavoro di sensibilizzazione, tra i nostri soci e non, in quanto le tecniche aumentano la loro efficacia se vengono adottare in tutto il territorio provinciale». Tra pochi giorni, con la fine dei trattamenti, gli alveari verranno preparati per l’invernamento. —
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