Ritorna la protesta sul Fadalto

Il comitato si mobilita per la riapertura della statale. E in Val Lapisina dito puntato sulle buche

ALPAGO. La strada di Fadalto Basso, uno degli ultimi borghi della Val Lapisina ancora abitato, è impraticabile. L’asfalto è stato divelto dai camion-betoniera che prelevano il calcestruzzo alla Buzzi Unicem di Cadola, in comune di Ponte nelle Alpi. E lo portano al traforo di Santa Augusta. Un viavai continuo di notte, che non soltanto rompe il sonno dei residenti, ma appunto distrugge la sede stradale.

Si tratta di via Fadalto Basso, una laterale della statale Alemagna, che dal 28 giugno 2017 è chiusa dalle 20 alle 6 del mattino, per il pericolo di frana. La strada è utilizzata solitamente dai pochi residenti, ma di notte è diventata la via di sfogo di chi sale verso il Fadalto verso il Bellunese e, ovviamente, di chi scende. Due auto che s’incrociano devono rallentare e uscire dalle carreggiate per non scontrarsi. Le betoniere occupano la sede stradale da sole. Quando intercettano un automezzo in arrivo in senso contrario, devono rallentare e fare manovra.

«Ripetute sono state le nostre proteste – racconta Gianni Dal Tio, che abita nel borgo ed è l’anima dello storico Comitato Fadalto – e il Comune di Vittorio Veneto, per la verità, è intervenuto altre volte per riempire almeno le buche più pericolose. Resta il fatto che il materiale, appena depositato, si rialza».

Per una sistemazione definitiva della strada, l’amministrazione vittoriere attende la conclusione dei lavori al traforo. «Oltretutto – aggiunge Dal Tio – questi grossi automezzi provocano un rumore assordante, che non permette di dormire la notte. Specialmente quando frenano in discesa, i decibel esplodono e si sveglia tutta la valle».

Il problema è sempre il solito, la chiusura della statale Alemagna. Delusione, quassù in Fadalto, perché neppure l’altro ieri, al vertice dell’Anas a Belluno sui 17 cantieri per la statale Alemagna, in vista dei Mondiali di Cortina, si è fatto il punto sulla stessa Alemagna interrotta tra Nove ed il Fadalto.

Di giorno la strada è aperta, ma a singhiozzo, dalle 6 alle 20, quando un guardiano controlla il traffico, comunque a senso unico alternato. Il Comitato Fadalto, il Consiglio di quartiere, l’Associazione Val Lapisina, considerati i disagi dei residenti, si preparano ad una mobilitazione senza precedenti.

«Se nelle prossime settimane l’Anas, il Comune e le altre istituzioni non ci diranno quando riapriranno completamente l’arteria – anticipa Dal Tio – il 28 giugno, nel giorno anniversario della frana, organizzeremo un’occupazione senza precedenti: di strada, autostrada e ferrovia. È una vergogna che in 10 mesi nessuno ci abbia spiegato come e soprattutto quanto sarà messo in sicurezza il versante franoso».

A lamentarsi sono soprattutto gli esercizi commerciali che, essendo drasticamente diminuito il traffico, hanno visto gli introiti dimezzarsi. Un ristorante ed un bar sono stati addirittura costretti a chiudere. Adesso si attende l'intervento della Regione nei confronti dell'Anas.

Francesco Dal Mas

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